mercoledì 28 gennaio 2015

READING CLASSIC || RECAP 7° TAPPA


Salve a tutti lettori! Come state trascorrendo queste giornate? Io continuo a lavorare e sono sempre più fiera di me stessa. Giusto lunedì ho scoperto che mi hanno assunta a tempo indeterminato part-time: sono contentissima!
Ora bando alle ciance, vi lascio il recap della settima parte di Anna Karenina.
P.S.: scusate il ritardo, ma oggi pomeriggio ho dovuto fare ripetizioni! 

Breve riepilogo

I Levin sono a Mosca per il parto di Kitty che dà alla luce un bambino. Stiva, mentre cerca l'appoggio di Karenin per un nuovo lavoro, gli chiede nuovamente di divorziare da Anna. Oramai le decisioni di Karenin sono guidate da una sorta di chiaroveggente, raccomandato da Lidija Ivanovna, che gli consiglia di rifiutare il suggerimento di Stiva. La relazione tra Anna e Vronskij inizia a essere sempre più tesa, dominata dal risentimento provocato da un'ingiustificata ed esasperata gelosia da parte della donna. I due decidono di tornare in campagna, ma Anna, mentre Vronskij si trova fuori, in uno stato di forte confusione e avversione verso tutto ciò che la circonda, va prima a trovare Dolly e Kitty, quindi, secondo una struttura circolare che riconduce alla prima parte, si suicida lanciandosi sotto un treno. Per l'idea del violento suicidio di Anna, Tolstoj si ispirò a un fatto di cronaca accaduto il 4 gennaio 1872 nei pressi della sua abitazione, quando una donna di nome Anna Stepanovna Pirogova si suicidò alla stessa maniera nella stazione di Jasenki della ferrovia Mosca-Kursk.

Il mio pensiero
Diciamo che questo è uno dei capitoli clou dell’intero romanzo. Le luci del riflettore sono puntate tutte su Anna: suo marito non le concede il divorzio e lei trascorre le sue giornate con una bambina inglese sulla quale riversa tutte le sue attenzioni e la gelosia nei confronti di Vronskij che continua ad aumentare.
Quell’infatuazione che li ha colpiti al ballo di Kitty, ormai non c’è più. Era mossa dal gusto del proibito, dell’andare contro le regole in una società che vive esclusivamente tramite un rigido sistema.
Tutto in quel sistema è falso: il fatto che si parli e si insegni il francese, al posto di valorizzare la lingua madre. Il fatto che una donna venga additata come donna dai facili costumi se chiede il divorzio dal marito, solo perché l‘ha fatto alla luce del sole e non ha tenuto i suoi sentimenti in ombra. Ha avuto il coraggio di essere sincera e ha anche avuto il coraggio di compiere un gesto estremo pur di porre fine alle sue sofferenze.
Io credo di ammirare il personaggio di Anna. La preferisco sicuramente a Dolly che ha preferito la sua immagine alla dignità propria dell’essere donna, ossia di meritare un uomo che la ami con tutto se stesso e che non ricorra a mezzucci pur di divertirsi.
Il destino di Anna ci era già chiaro dall’inizio del romanzo: ci viene presentata come una figura eterea, quasi senza vita, legata indissolubilmente a quell’ufficiale governativo che non la ama. La passione che la travolge la costringe ad abbandonare la sua vita, gesto che si dimostrerà autodistruttivo soprattutto per la logorante gelosia che la divora.
 Per oggi è tutto! fatemi sapere voi cosa ne pensate! Approvate il gesto di Anna?
Con affetto,

C.

4 commenti:

  1. Questa è una delle parti che mi ha fatto più rabbia, e mi riferisco ai capitoli dedicati a Karenin e alla sua nuova cricca. E' il concentrato di cose che trovo irritantissime (per non dire di peggio) e non è colpa di Tolstoj, perché le situazioni che lui descrive sono realistiche e possibili, ed è proprio questo che mi fa rabbia.
    E sono d'accordo su tutto quello che hai detto su Anna e Dolly, anche se la scelta di Dolly purtroppo è l'unica accettata dalla società ed è l'unica scelta che permette ad una donna di sopravvivere senza finire ridotta all'indigenza, alla povertà e alla solitudine. La critica sociale è acuta e precisa e di questo ne do credito all'autore :)

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    1. Si sono d'accordo! È proprio il dipinto di una società ipocrita che si nasconde dietro a comportamenti perbenisti..

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  2. Una parte intensa davvero! Non so se approvo o no il gesto di Anna, di certo per lei dev'essere stata l'unica opzione rimasta...anche se il fatto che lei si uccida per ripicca, per ferire Vronskij mi ha lasciata un po' perplessa.
    Mi piace però come la storia sia circolare. Tutta la passione fra i due protagonisti è iniziata con un morto sotto al treno e così si conclude. Come se fosse destino, come se l'ordine andasse ripristinato.
    Anna è una donna che soffre il suo tempo, costretta in una società piena di pregiudizi, chiusa, che non può accettare o comprendere lo slancio della passione, il desiderio di vita di una donna libera.
    La società impone ad Anna una posizione ben precisa, delineata. Il solo pensiero di ribellarsi a questa imposizione non può che trascinare Anna, e con lei tutte le persone vicine alla rovina.

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    1. Beh non credo si sia suicidata solo per ripicca.. Credo che dietro quella scelta ci sia anche il peso di una società giudicatrice che dà troppa importanza all'immagine pubblica.. Quella di Anna era ormai stata macchiata, con conseguente emarginazione.. Addirittura non le si permetteva nemmeno di vedere il figlio.. È lei riversa la colpa di tutto ciò su Vronskij.. La passione che li ha travolti è stato l'inizio della fine..

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