Salve a tutti lettori! Come state trascorrendo queste giornate? Io continuo
a lavorare e sono sempre più fiera di me stessa. Giusto lunedì ho scoperto che
mi hanno assunta a tempo indeterminato part-time: sono contentissima!
Ora bando alle ciance, vi lascio il recap della settima parte di Anna
Karenina.
P.S.: scusate il ritardo, ma oggi pomeriggio ho dovuto fare ripetizioni!
P.S.: scusate il ritardo, ma oggi pomeriggio ho dovuto fare ripetizioni!
Breve riepilogo
I Levin sono a Mosca per il parto di Kitty che dà alla luce un
bambino. Stiva, mentre cerca l'appoggio di Karenin per un nuovo lavoro, gli
chiede nuovamente di divorziare da Anna. Oramai le decisioni di Karenin sono
guidate da una sorta di chiaroveggente, raccomandato da Lidija Ivanovna, che
gli consiglia di rifiutare il suggerimento di Stiva. La relazione tra Anna e
Vronskij inizia a essere sempre più tesa, dominata dal risentimento provocato
da un'ingiustificata ed esasperata gelosia da parte della donna. I due
decidono di tornare in campagna, ma Anna, mentre Vronskij si trova fuori, in
uno stato di forte confusione e avversione verso tutto ciò che la
circonda, va prima a trovare Dolly e Kitty, quindi, secondo una struttura
circolare che riconduce alla prima parte, si suicida lanciandosi
sotto un treno. Per l'idea del violento suicidio di Anna, Tolstoj si
ispirò a un fatto di cronaca accaduto il 4 gennaio 1872 nei pressi
della sua abitazione, quando una donna di nome Anna Stepanovna Pirogova si
suicidò alla stessa maniera nella stazione di Jasenki della ferrovia
Mosca-Kursk.
Il mio pensiero
Diciamo che questo è uno dei
capitoli clou dell’intero romanzo. Le luci del riflettore sono puntate tutte su
Anna: suo marito non le concede il divorzio e lei trascorre le sue giornate con
una bambina inglese sulla quale riversa tutte le sue attenzioni e la gelosia
nei confronti di Vronskij che continua ad aumentare.
Quell’infatuazione che li ha
colpiti al ballo di Kitty, ormai non c’è più. Era mossa dal gusto del proibito,
dell’andare contro le regole in una società che vive esclusivamente tramite un
rigido sistema.
Tutto in quel sistema è falso: il
fatto che si parli e si insegni il francese, al posto di valorizzare la lingua
madre. Il fatto che una donna venga additata come donna dai facili costumi se
chiede il divorzio dal marito, solo perché l‘ha fatto alla luce del sole e non
ha tenuto i suoi sentimenti in ombra. Ha avuto il coraggio di essere sincera e
ha anche avuto il coraggio di compiere un gesto estremo pur di porre fine alle
sue sofferenze.
Io credo di ammirare il
personaggio di Anna. La preferisco sicuramente a Dolly che ha preferito la sua
immagine alla dignità propria dell’essere donna, ossia di meritare un uomo che
la ami con tutto se stesso e che non ricorra a mezzucci pur di divertirsi.
Il destino di Anna ci era già
chiaro dall’inizio del romanzo: ci viene presentata come una figura eterea,
quasi senza vita, legata indissolubilmente a quell’ufficiale governativo che
non la ama. La passione che la travolge la costringe ad abbandonare la sua
vita, gesto che si dimostrerà autodistruttivo soprattutto per la logorante
gelosia che la divora.
Per oggi è tutto! fatemi sapere voi cosa ne
pensate! Approvate il gesto di Anna?
Con affetto,
C.
Questa è una delle parti che mi ha fatto più rabbia, e mi riferisco ai capitoli dedicati a Karenin e alla sua nuova cricca. E' il concentrato di cose che trovo irritantissime (per non dire di peggio) e non è colpa di Tolstoj, perché le situazioni che lui descrive sono realistiche e possibili, ed è proprio questo che mi fa rabbia.
RispondiEliminaE sono d'accordo su tutto quello che hai detto su Anna e Dolly, anche se la scelta di Dolly purtroppo è l'unica accettata dalla società ed è l'unica scelta che permette ad una donna di sopravvivere senza finire ridotta all'indigenza, alla povertà e alla solitudine. La critica sociale è acuta e precisa e di questo ne do credito all'autore :)
Si sono d'accordo! È proprio il dipinto di una società ipocrita che si nasconde dietro a comportamenti perbenisti..
EliminaUna parte intensa davvero! Non so se approvo o no il gesto di Anna, di certo per lei dev'essere stata l'unica opzione rimasta...anche se il fatto che lei si uccida per ripicca, per ferire Vronskij mi ha lasciata un po' perplessa.
RispondiEliminaMi piace però come la storia sia circolare. Tutta la passione fra i due protagonisti è iniziata con un morto sotto al treno e così si conclude. Come se fosse destino, come se l'ordine andasse ripristinato.
Anna è una donna che soffre il suo tempo, costretta in una società piena di pregiudizi, chiusa, che non può accettare o comprendere lo slancio della passione, il desiderio di vita di una donna libera.
La società impone ad Anna una posizione ben precisa, delineata. Il solo pensiero di ribellarsi a questa imposizione non può che trascinare Anna, e con lei tutte le persone vicine alla rovina.
Beh non credo si sia suicidata solo per ripicca.. Credo che dietro quella scelta ci sia anche il peso di una società giudicatrice che dà troppa importanza all'immagine pubblica.. Quella di Anna era ormai stata macchiata, con conseguente emarginazione.. Addirittura non le si permetteva nemmeno di vedere il figlio.. È lei riversa la colpa di tutto ciò su Vronskij.. La passione che li ha travolti è stato l'inizio della fine..
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