mercoledì 18 febbraio 2015

Le Letture di Cerrie #39 Anna Karenina di Lev Tolstoij

Buongiorno a tutti!
Eccoci qui con la recensione di Anna Karenina.
Come potete notare, nella barra laterale a destra, ho inserito il sondaggio per scegliere il prossimo libro da leggere per il READING CLASSICS. Se avete altro da proporre, fatemelo sapere qui sotto così posso aggiungerlo alla lista.
Scusate per questi giorni di completa assenza, ma il lavoro mi ha completamente risucchiata.
TRAMA
Centro della vicenda è la tragica passione di Anna, sposata senza amore a un alto funzionario, per il brillante ma superficiale Vronskij. Parallelo a questo amore infelice è quello felice di Kitty per Levin, un personaggio scontroso e tormentato al quale Tolstoj ha fornito i propri tratti. "In Anna Karenina è rappresentata - scrive Natalia Ginzburg - la colpa come ostacolo, anzi come barriera invalicabile al raggiungimento della felicità." Tra i primi lettori il libro ebbe Dostoevskij che così ne scrisse: "Anna Karenina è un'opera d'arte assolutamente perfetta. Vi è in questo romanzo una parola umana non ancora intesa in Europa... e che pure sarebbe necessaria ai popoli d'Occidente."



RECENSIONE
Perdonatemi il ritardo con cui pubblico questa recensione, ma ogni volta che aprivo la pagina di Word non trovavo mai le parole adatte per parlarvi di questo capolavoro e immancabilmente mi trovavo a rimandare l’inevitabile. Oggi finalmente mi sono decisa e ho cercato di mettere insieme le mie idee molto confuse e scrivere qualcosa di decente per farvi capire quanto mi sia piaciuto questo romanzo.
La trama è stata già ampiamente narrata nei vari recap del gruppo di lettura, vi rimando ad essi se volete sapere qualcosa in più a riguardo.
Oggi voglio fare qualcosa di diverso dalla solita recensione: colgo l’occasione per fare un confronto con il film che ho visto una settimana fa e che non mi è piaciuto per niente. Il film si apre con un vero e proprio teatro che sarà poi il collante che terrà unite tutte le varie vicende narrate, proprio come se fosse rappresentazione teatrale. Questo espediente potrebbe anche essere un simbolo per rappresentare la falsità che si cela dietro i comportamenti dei diversi personaggi, tuttavia io non l’ho apprezzato, anzi mi ha irritata e non mi ha fatto godere la visione. Un altro punto a sfavore del film è Anna: nel libro è impossibile non amarla, ci si immedesima nel suo personaggio, la si capisce perché per noi è molto più semplice ammettere di non amare una persona, ma di provare questo sentimento per un altro. Il divorzio è all’ordine del giorno in questi anni, quindi non riteniamo sia uno scandalo se una moglie decide di lasciare il marito. La Anna di Tolstoj è una donna forte, che non si piega al volere della società e che cerca in tutti i modi di non far pesare quel giudizio tanto osceno che le è stato assegnato dopo che ha reso nota la sua relazione con Vronskij.
La Anna del grande schermo è tutta un’altra storia: forse Keira Knightley non era la persona adatta per interpretare un personaggio di tale importanza, infatti secondo me è stato completamente sminuito. Non aveva quell’importanza, quell’eleganza, quel fascino misterioso che ci viene descritto da Tolstoj; era semplicemente una donna aristocratica russa che tutti rispettano per il suo matrimonio con Karenin.
Il gesto estremo che compirà Anna sembrerà dettato solamente dal peso della gelosia: infatti l’ultima immagine che ci viene concessa di Anna è quella di una donna disperata che, pur di non sopportare l’idea del suo amante con un’altra donna, si uccide sotto ad un treno. In realtà il movente che l’ha portata a ciò non è solamente questo: ciò che l’ha spinta è soprattutto il fatto di non riuscire più a sopportare il peso del giudizio delle persone, il fatto di non poter vivere una vita normale insieme a suo figlio, di non poter essere in buoni rapporti con Karenin e di essere additata come una sgualdrina.
Keira Knightley è brava a fare la pazza: la sua Anna sembra appunto una psicopatica corrosa dalla gelosia nei confronti del suo amante che non passa tutto il tempo in sua compagnia.
Poco da dire sul conte Vronskij: solo mi è parso un po’ troppo bambino, troppo poco virile per interpretare l’uomo che ha fatto crollare il mondo finto dell’aristocratica Anna a favore di un castello di sabbia pronto a cedere al primo soffio di vento. Di lui non vediamo nemmeno l’ombra in quella che dovrebbe essere la rappresentazione della parte ottava, ossia il post suicidio. Chi non ha letto il libro non saprà che fine fa e che cosa farà dopo la morte della sua amata.
In generale il film non mi è piaciuto anche perché è troppo confusionario. Alcuni personaggi sembrano inseriti solo perché di dovere, non ci viene spiegato la loro vera funzione: un esempio lampante è Levin. Lui si pensa essere l’alter ego di Tolstoj stesso, nel libro ha un suo peso, compirà un viaggio verso la riscoperta della propria fede perduta anche grazie al suo matrimonio con Kitty. Nel film invece sembra solamente un ragazzino, rifiutato dalla ragazza che ama, che si rifugia in campagna per fuggire dall’umiliazione.
Tutti i personaggi della trasposizione cinematografica non hanno minimamente l’impronta di quelli di Tolstoj, nessuno di loro riesce a trasmettere tutto ciò che caratterizza i veri protagonisti di questa storia.
Forse il personaggio più simile a quello del romanzo è proprio il marito di Anna, Karenin: entrambi sono molto rigidi e fieri, sono dediti al lavoro e alla famiglia quasi fossero degli obblighi imposti, sembra che non provino amore né per Anna né tantomeno per Sereza. Accettare il divorzio vorrebbe dire macchiare la propria immagine di uomo politico ed essere ricordato per sempre come l’uomo che è stato tradito da una donna. Forse questo è l’unico personaggio che trasmette quella psicologia che permea anche il Karenin del romanzo, infatti non possiamo fare a meno di odiarlo un pochino, almeno quanto abbiamo odiato l’Aleksej del libro.
Tutti gli altri assolutamente bocciati: Stiva è solamente un uomo che cede alle tentazioni, Dolly una donna che perdona il marito pur di non rinunciare alla bella vita, Kitty, depressa prima per la perdita di Vronskij, si getta tra le braccia di Levin come se fosse un ripiego, Levin uno zerbino fatto uomo.
Forse sono stata un po’ troppo dura nei confronti del romanzo, ma il libro mi è piaciuto troppo e non posso sopportare l’idea che dei personaggi tanto complessi siano stati banalizzati sul grande schermo. L’unica cosa che posso dirvi è LEGGETE IL ROMANZO.
★★★★★
- Outstanding! -

Per oggi è tutto ragazzi!
Con affetto,

C.

4 commenti:

  1. Concordo con le tue impressioni sul film che non è piaciuto nemmeno a me, invece sul romanzo abbiamo opinioni diverse, io Anna non l'ho amata per nulla, ma viva la diversità!! ^^ Ho votato per il prossimo Reading, peccato che li ho letti tutti tranne Tenera è la notte e quindi ho votato Fitzgerald!! *-*
    A presto!

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    1. È bello vedere come un libro trasmetta sensazioni diverse ai vari lettori e come essi empatizzo o in modo diverso con i personaggi! Spero di riuscire a terminare i miserabili prima dell'inizio del nuovo Reading!

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  2. È il grande problema delle trasposizioni di Anna Karenina: se non riescono a catturare la profondità di Tolstoj, la grandezza del testo... è solo la storia di un'isterica che lascia il marito ed è gelosa dell'amante :/

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    1. Ed è proprio così che è stato! Chi non ha letto il libro ha colto solo una donna mangiata dalla gelosia nei confronti dell'amante, che pur di vederlo con un'altra decide addirittura di suicidarsi!

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