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lunedì 21 novembre 2016

ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI. Ovvero come far battere di nuovo il proprio cuore dopo cinque anni

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Dopo mesi di silenzio stampa, rieccomi qua, con un post fresco di giornata dedicato ad uno dei film più chiacchierato (e diciamocelo, più atteso) degli ultimi tempi.
Ritorniamo nel mondo magico che tanto abbiamo amato fin da quando ci hanno per la prima volta presentato Harry Potter, che nel corso di questi anni è diventato un po’ come il nostro migliore amico a cui invidiare un’infinità di elementi, primo fra tutti il poter vivere in prima persona il mondo magico nella sua interezza (e poter fare gli incantesimi, ovviamente).
Ci eravamo lasciati cinque anni fa, con Harry Potter e i doni della morte parte 2, diretto dallo stesso David Yates. Dal quarto film in poi c’è stato un declino, non rispecchiavano minimamente il respiro dei romanzi della Rowling, non rendendogli minimamente la giustizia dovuta.
Per questo mi sono avvicinata a questa pellicola con un po’ di titubanze, remore della delusione degli ultimi due soprattutto, e anche perché ero fermamente convinta che si trattasse di un’altra opera di marketing come lo è stato quello scempio di Harry Potter e la maledizione dell’erede, uscito questo luglio e che ho letto in ebook immaginando già che non fosse degno di meritarsi un posto nella mia libreria a fianco degli altri romanzi della saga. Hanno provato a ricreare quella magia facendoci rivivere tutti i momenti fantastici che precedevano ogni uscita di un nuovo libro della saga, l’apertura delle libreria a mezzanotte, la tanta pubblicità. Peccato che per me sia stato un immenso fiasco. Sorvoliamo sul fatto che non è un romanzo scritto dalla penna della Rowling, ma solo approvato dalla stessa. Per di più ci sono elementi che vanno nella direzione opposta a quella della saga originale (riportare in vita i morti, veramente?! Giocare con la gira tempo quando per tutto il terzo romanzo Hermione l’ha tenuta nascosta ai suoi amici perché si tratta di uno strumento pericoloso. Invece due babbei del primo anno si mettono a fare avanti e indietro nel tempo provocando un caos assurdo). Capitolo The Cursed Child chiuso.
Per questo il mio entusiasmo nei confronti di Animali Fantastici era si presente, ma non come quando a otto anni mi recavo al cinema di paese con mio padre per vedere i primi film tratti dai primi libri (che rimarranno sempre i più belli). Credevo si trattasse di un altro zuccherino per noi fan, un qualcosa per non far morire quell’aura magica che si è creata nel corso degli anni e che inevitabilmente è andata scemando (ma sempre presente, in fondo) perché noi siamo cresciuti e perché diciamocelo, la Rowling in questi anni non ha fatto altro che giocare con i nostri sentimenti dichiarando cose quando tutto era finito (Silente gay: e va bene siamo nel 2016 non mi stupisce più di tanto. Ron e Hermione forse non dovevano sposarsi: questo è un affronto).
Tuttavia, sono uscita dalla sala del cinema con negli occhi quel luccichio di quando avevo otto anni e avevo potuto vedere in prima persona il mondo magico per la prima volta.
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Non ci troviamo a Londra, ma nella New York del dopo prima guerra mondiale. Le leggi magiche impongono l’assoluto segreto non permettendo ai maghi di mescolarsi ai Nomag (imponendo l’Oblivion nel caso di un accidentale incontro). Newt arriva in questa città dell’oltreoceano e per un caso fortuito scambia la sua valigia con quella di un Nomag; alcune delle creature magiche all’interno verranno liberate e si ritroveranno a scorrazzare per la città. Newt cercherà di recuperarle al più presto aiutato da Tina, un’auror assolta, e Jacob Kowalski, un Nomag con la passione per la pasticceria.
Il salvataggio degli animali fantastici si sviluppa parimente ad un’altra linea narrativa, molto più oscura: c’è una forza che sta distruggendo la città poco per volta e compito del MACUSA è smascherare il colpevole.
Per non incappare in spoiler mi fermo qui.
I personaggi sono interpretati magistralmente. Eddie Redmayne è Newt Scamander in persona e non avrebbero potuto scegliere di meglio: il suo personaggio è un escluso, che preferisce la compagnia delle sue bestie piuttosto che quella degli umani e in questo Eddie è molto bravo a rendere l’idea di un certo disagio quando si trova a dover avere dei rapporti interpersonali con altri soggetti, come ad esempio Tina e sua sorella Queenie, una legilimens.
Il resto del cast è composto principalmente da attori di cui si sente poco parlare, ma comunque di tutto rispetto.
Le ambientazioni sono veramente spettacolari, richiamano la New York degli anni venti, come anche i costumi e le acconciature femminili.
Come non menzionare poi le creature magiche. Non potrete non simpatizzare per il piccolo Snaso, un ornitorinco ladruncolo. O per Pickett, un asticello tanto tenero e affezionatissimo a Newt. E Frank, il maestoso tuono alato. E poi ovviamente, ci sono gli incantesimi. Alohomora, Petrificus totalus, sono i primi che vengono nominati, ma non manca qualche Stupeficium.
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È un film veramente godibile che nasconde anche un messaggio abbastanza profondo: in quanto bestie, gli animali di Newt sono difficilmente addomesticabili, ma se studiate e conosciute si può facilmente scoprire che non sono per nulla pericolose e che tutto ciò che cercano è un ambiente favorevole in cui vivere la loro esistenza. Ci sarà un momento in cui Newt ripeterà a gran voce “non fategli del male, non sono pericolose” e questa secondo me è la parte più emozionante di tutto il film.
Se sentite la mancanza del mondo magico, vi consiglio di andarlo a vedere e spero che possa stupirvi proprio come ha fatto con me. Io sicuramente tornerò al cinema per godermelo una seconda volta, spero al più presto, e per ridere ancora una volta di quel piccolo Snaso che ruba le collane nella gioielleria.

  


domenica 19 ottobre 2014

INTO THE MOVIE #1 | THE MAZE RUNNER


Buona domenica a tutti!
In questa giornata soleggiata di metà ottobre, vorrei inaugurare una nuova rubrica che, come potete ben vedere dal titolo, tratterà di film.
In particolare oggi vi vorrei parlare di The Maze Runner, trasposizione cinematografica del famosissimo libro di James Dashner, con cui vi ho stressato fino all’esaurimento nervoso.
Vi avviso già che potrebbero esserci degli SPOILER, quindi se non avete visto il film o letto il libro e non volete rovinarvi la sorpresa, vi consiglio di non leggere questo post! 

PosterTRAMA: Basato sul celebre best seller, Maze Runner è ambientato in un mondo post-apocalittico, nel quale Thomas è rinchiuso in una comunità di ragazzi, dopo che la sua memoria è stata cancellata. Dopo aver scoperto di essere rinchiusi in un labirinto, Thomas si unirà ai suoi amici "runners" non solo per scappare dal labirinto, ma anche per risolvere il mistero e svelare il segreto su chi li ha portati lì, e perché.

Data di uscita: 08 ottobre 2014
Genere: Fantascienza, Thriller, Mystery
Anno: 2014
Regia: Wes Ball
Sceneggiatura: James Dashner, Noah Oppenheim

Attori: Thomas Sangster, Kaya Scodelario, Dylan O'Brien, Will Poulter, Patricia Clarkson, Chris Sheffield, Ki Hong Lee, Aml Ameen, Jacob Latimore



IL MIO PENSIERO
Allora. Obiettivamente il film è davvero ben prodotto (nonostante i pochi fondi stanziati): le ambientazioni sono abbastanza fedeli alle descrizioni del libro e gli attori sono stati davvero bravi nell’interpretare i personaggi.
Tuttavia, ci sono molte cose che mi hanno lasciato un po’ di amaro in bocca.
Prima di tutto sono state fatte molte variazioni rispetto al libro, alcune magari anche accettabili, altre proprio no: Thomas arriva nella Radura trasportato dalla scatola e non si ricorda nemmeno il suo nome; già qui abbiamo una prima discordanza con il libro, in cui il narratore ci presenta subito il protagonista con il suo nome di battesimo (o quello affibiatogli dai creatori).
Viene fatto uscire da Gally, un pacifico e amichevole Gally. No. Questo personaggio me lo immaginavo uno stronzo da far paura, un soggetto molto burbero e cattivo. Invece no. Nel film, anzi, da addirittura il benvenuto a Thomas nella Radura.
È stata aggiunta una parte in cui Gally sfida Thomas ad una gara di lotta: Gally ad una prima occhiata sembra imbattibile, poi Thomas riesce ad atterrarlo, ma finisce lui stesso con il schiantarsi per terra e battere la testa anche lui. E così, magicamente, si ricorda il suo nome.
La mutazione. L’hanno trattata in modo completamente diverso. Qui viene intesa come il processo che attraversano coloro che sono punti dai dolenti. Invece Dashner la descrive come quel momento successivo alla somministrazione del siero anti-dolente che fa ricordare parti significative del proprio passato. Ecco questa parte del siero proprio non esiste. O meglio c’è ma non viene per niente spiegato.
Teresa, dopo che si è risvegliata dal coma, in una tasca dei suoi pantaloni trova due fiale di non si sa che cosa perché non ci viene detto, e Thomas, giustamente, decide di provare quella specie di farmaco su Alby, che nel frattempo era stato punto dal dolente. Cioè fatemi capire. Una ragazza si ritrova una siringa contenente un liquido misterioso in una tasca e tu decidi di iniettarlo al tuo amico, nonché capo, perché speri che possa fare effetto e fermare la diffusione del veleno del dolente? Ecco secondo me, questo fatto non sta in piedi. Va bene che sarebbe comunque morto, ma lo trovo lo stesso un comportamento azzardato. E se quella sostanza l’avesse trasformato in un dolente o in una qualsiasi altra creatura demoniaca?!
Ci fosse stata una minima introduzione a quella fiala e al suo contenuto, allora avrei anche potuto accettarlo, ma messa li così a caso giusto perché serviva, proprio no. Poi ovviamente le fiale sono due, e chi ha letto il libro può ben immaginare a cosa serva l’altra. Ma ci arriviamo con calma.
Gally, nella versione di Dashner, era stato punto da un dolente quindi, per salvarlo, gli era stato somministrato il siero e aveva subito la mutazione. Infatti, aveva dei vaghi ricordi riguardo a Thomas e al suo coinvolgimento nella creazione del Labirinto: per questo motivo lo odiava e non poteva sopportare la sua presenza.
Nel film tutta questa parte è stata tolta. L’odio che Gally proverà per Thomas è un processo graduale. Lo accuserà di essere arrivato nella Radura, aver trasgredito alle regole che loro rispettano da tre anni e di aver anche provocato l’apertura delle porte del Labirinto.
Diciamo che come ragionamento potrebbe anche starci, ma non è per niente fedele a quanto viene descritto nel libro.
Le ambientazioni sono quelle che si avvicinano di più a come me le ero immaginate, leggendo le descrizioni di Dashner, tranne forse il Casolare.
Io me l’ero disegnata come una vera e propria abitazione, con delle mura abbastanza solide nonostante fossero di legno. Invece no. È una struttura che appena la si vede si pensa che “no, non reggerà mai”. Infatti, al primo dolente che attacca la radura, viene ridotta ad un cumulo di bastoncini rotti.
Il Labirinto è forse la struttura più fedele al libro. Immenso, con delle mura altissime, l’edera che si arrampica e i dolenti che vagano tra i corridoi. Manca solo un particolare. La Scarpata. Io ero davvero curiosa di vedere come avrebbero fatto a creare questo particolare. Ecco, non l’hanno fatto. L’hanno semplicemente tolto.
Non viene detto niente riguardo all’organizzazione dei Radurai. Era davvero interessante vedere la loro distribuzione dei compiti.  
Non viene dato nemmeno spazio al rapporto tra Thomas e Chuck che secondo me era una delle parti più belle del libro.
Di Newt sappiamo solo il nome e di Alby ci viene detto solamente che è il primo arrivato. Nessuna caratterizzazione ulteriore dei personaggi. Non ci viene detto che ruolo hanno all’interno della loro “società”: l’unica cosa che sappiamo è che Alby è il capo e Newt il suo secondo.
Tutta la storia di Newt, e del suo essere stato un velocista non è stata nemmeno accennata. Tuttavia l’attore ha interpretato davvero bene questo personaggio che è diventato uno dei miei preferiti.
Minho è un altro personaggio a cui è stato dato poco spazio. Però fondamentalmente la sua parte nel libro riguarda solo il suo essere l’intendente dei velocisti e l’addestrare Thomas a diventare uno di loro. È stata sviluppata abbastanza bene la sua amicizia con Thomas, come nel romanzo. Li vediamo che esplorano insieme il Labirinto. Li vediamo salvare Alby dai dolenti e ucciderne addirittura uno (spiaccicato dalle mura della sezione che si stava chiudendo). Questa parte mi è piaciuta molto.
Ora arriva la parte per cui sono rimasta più delusa. Le mappe. Dove sono?! Perché sono state tolte?! Perché non c’è nessun accenno al codice?! Thomas aveva un ruolo fondamentale in questo e gli è stato tolto. E Teresa. Questo personaggio è stato inutile. Non ha avuto nessun ruolo nel trovare la via di uscita. Ho fatto fatica ad apprezzare l’attrice, ma alla fine la colpa non è sua. Il suo personaggio non aveva alcuno scopo, non ha aiutato a trovare la via di fuga, come avveniva nel romanzo di Dashner, in cui lei e gli altri si impegnavano nella sovrapposizione delle mappe per trovare il codice.
La parte delle mappe secondo me era una delle più intriganti e coinvolgenti di tutto il libro ed è stata tolta. Grazie signor regista.
Esse sono state sostituite da un modellino in scala del labirinto. Minho ci spiega che le sezioni si aprono alternativamente e qui anche un neonato capirebbe quale codice serve per aprire la porta ed uscire.
 La chiave per uscire è un pezzo del dolente che Thomas, Minho e altri, recuperano una volta ritornati nella sezione sette per esplorarla. Utilizzano infatti questa parte del dolente per aprire delle porte e arrivare alla zona dove andrà inserito il codice. Ottimo lavoro di fantasia.
Le porte rimangono aperte e i dolenti vengono programmati in modo da rapire un raduraio al giorno tutti i giorni. Ecco no. dimenticate pure tutto questo. I Dolenti arrivano nella Radura e distruggono e uccidono qualsiasi cosa e qualsiasi persona si trovi sul loro cammino. Il sacrificio di Alby? Non esiste. Viene semplicemente rapito e ucciso.
Eccolo qui! il bellissimo modellino del Labirinto!
Anche Chuck stava per essere punto, ma riescono a distruggere il braccio meccanico del dolente e a mantenere intatto il serbatoio contenente il loro veleno. Ora potete immaginare che cosa se ne fa Thomas di questo veleno. Si avete immaginato bene. Se lo inietta di sua spontanea volontà, così sono costretti ad utilizzare l’ultima fiala rimasta di siero e lui riesce a ricordare chi li ha mandati lì e il suo ruolo in tutto questo.
Bene, siamo arrivati alla fine delle castronerie inventate. Invece no. Non c’è mai fine alla fantasia.
Vi ricordate di Gally? Chi ha letto il libro saprà che si fa rapire dai dolenti e viene portato nella loro tana, attraverso la scarpata (ha capito signor Ball, LA SCARPATA!!!!!!). Invece qui no. I radurai che riescono a raggiungere l’uscita si vedono comparire Gally dietro di loro, proprio nel momento in cui stanno per andarsene.
Gally tiene in mano lo stesso pezzo di dolente che hanno usato i nostri personaggi per uscire. E ora qui mi sorgono spontanee alcune domande. Come faceva a sapere dove andare? Come poteva essere al corrente della strada per raggiungere la sezione sette, se non ci era mai stato? Solo i velocisti conoscono i vari corridoi del Labirinto visto che, come ci ha ripetuto più e più volte lo stesso Gally, agli altri radurai non era permesso né entrare nel Labirinto, né entrare nel luogo dove i Velocisti tenevano le mappe (in questo caso il modellino). Inoltre. Come faceva a sapere il codice per sbloccare la porta? ha selezionato dei numeri a caso e per pura fortuna ha indovinato la combinazione esatta? Questa, secondo me è la parte più assurda di tutto il film.
Poi, caro Ball, hai inventato cose assurde, hai cambiato moltissimi elementi fondamentali, perché allora non hai lasciato in vita il mio povero Chuck?! Perché?! Già che c’eri, scusa.
Questa sono io, che me ne vado dal cinema. xD
Dopo questo delirio di 1638 parole, su cosa ne penso di questo film è giunto il momento della valutazione.
Mi dispiace ma non posso assegnargli più di due stelline e mezzo.
★★ ½
- poor-  
Avevo davvero delle grandi aspettative nei confronti di questo film. I contenuti erano davvero interessanti da vedere sul grande schermo, peccato che quelli più intriganti non siano stati trattati o addirittura cambiati.
Gli attori comunque sono stati bravissimi. Dylan è riuscito a staccarsi dal suo Stiles per trasformarsi un personaggio completamente diverso, con caratteristiche diverse. Ha dimostrato di essere un grande attore.
L’unica attrice che non mi ha convinta è stata Kaya. Però forse è colpa del regista che ha tolto l’unica parte in cui lei aveva un ruolo fondamentale. A no scusate. Qui svolge una parte fondamentale. Chi avrebbe salvato Alby dai dolenti se lei non si fosse trovata magicamente in una tasca le due fiale di siero?! Giuro, quando ho visto quelle due dannatissime fiale, sono rimasta senza parole. Mi sono girata verso la mia amica, che ha letto il libro, e ci siamo fatte una grassa risata (per non piangere per tutte le cavolate inventate). 
Scusatemi per il fiume di parole, ma avevo tanto da dire. 
Alla fine per chi non ha letto il libro potrebbe anche essere un film davvero avvincente!
Per ora vi saluto!
Buona giornata a tutti!!
Con affetto,
C.