domenica 27 agosto 2017

Zoom Torino: come rinnovare l’amore per il mondo.

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Era da un anno che con le mie cugine pianificavamo questa giornata e, finalmente, dopo mille mila giorni passati a guardare video e fantasticare su quanto potesse essere magico camminare tra animali mai visti prima dal vivo, il 6 agosto ci siamo decise ad imboccare l’autostrada in direzione Zoom Torino, il bio parco immersivo che si trova ad una mezz’ora circa da Torino. 

Già all’ingresso si ha l’impressione di venire catapultati in un’altra dimensione: ci troviamo subito di fianco una immensa vetrata dalla quale si possono osservare i Suricati (Timon per capirci) intenti ad ammirare dall’alto dei loro massi tutti i visitatori che premono le loro facce contro il vetro. 
Tuttavia questo non è solo un parco in cui poter ammirare animali rinchiusi in gabbie. Qui vengono studiate e protette numerose specie in pericolo e in via di estinzione. Oltre che girovagare tra i vari habitat e perdersi in quella che a tutti gli effetti potrebbe sembrare una zona della savana africana, il parco offre anche numerosi incontri con i biologi che raccontano non solo aneddoti divertenti sui vari animali, ma insegnano anche al visitatore quali siano i fattori che contaminano alcune zone del pianeta e quali siano gli sforzi che si devono compiere per salvaguardare queste creature in difficoltà.
L’esperienza di vicinanza con animali mastodontici (non solo in termini di dimensioni ma anche di fama) insegna anche ai più piccoli, che probabilmente sono il principale target di riferimento visto che saranno le persone che abiteranno questo mondo in futuro e che necessitano maggiormente di essere educati, come convivere con la natura e rispettarla.

Ecco che vi ritroverete ad assistere al concetto vero e puro di amore: amore per gli animali, amore per la scienza, amore per la natura. Sarà impossibile non venirne travolti e non pensare almeno per un secondo che si, forse tutti dovremmo essere un po’ biologi così da riuscire a salvare un pezzetto del nostro mondo che con le nostre mani stiamo, consapevolmente o inconsapevolmente, distruggendo.

Ora che abbiamo terminato la premessa filosofica, passiamo a qualcosa di molto più divertente e che forse riuscirà a convincervi a recarvi a Torino, zaino in spalla e macchina fotografica al collo.

I SURICATI
Ve li ho già presentati ad inizio post, i suricati sono i primi animali che vedrete entrando nel parco e gli ultimi che saluterete prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso casa. Inutile dirvi che io e mia cugina ci siamo lasciate un po’ andare alla vista dei piccoli Timon tanto che alla fine della nostra giornata gli abbiamo promesso di ritornare l’anno prossimo.
La cosa bella di questo parco e che vale per qualsiasi altro animale, è che non sono chiusi in gabbia. La loro location riproduce meticolosamente il loro habitat di origine tanto che avrete l’impressione che la bestiolina si trovi totalmente a suo agio nonostante si trovi a miglia e miglia di distanza dalla sua vera casa. 
Quasi si ha l’impressione di essere noi stessi ad essere osservati dagli animali e non viceversa.

LE LONTRE
Che cosa dire sulle lontre se non che sono delle bestiole tanto tenere e che uno dei sogni della vita è quello di poterne stringere una tra le braccia?

LA PASSEGGIATA CON I LEMURI
Come vi ho già anticipato, a partire dalle 10,30 è possibile partecipare agli incontri con i biologi che ci raccontano deliziosi fun facts sui loro amici a quattro zampe. In particolare, nella zona riservata ai Lemuri, l’isola di Madagascar, è possibile passeggiare con una miriade di Re Julian che corrono tra i piedi dei visitatori.

ATLANTE, URSUS e l’altra TESTUGGINE di cui purtroppo non ricordo il nome
Mastodontiche tartarughe che all’occorrenza si trasformano in temutissimi ninja, ingannano le apparenze del visitatore poiché, se deciderete di partecipare all’incontro dedicato a loro, sarà difficile ammirarle mentre svolgono una qualsiasi attività. Per lo più le troverete immerse nel loro torrente o ferme immobili a dormire. Il sogno di una vita, desiderare di essere una testuggine.

LISA E ZEMARIA i due giovani ippopotami
Avete idea di quanto possa arrivare a pesare un ippopotamo adulto? All’incirca 3000 chili. Sapete che questi animali sono i più pericolosi e che in Africa sono la principale causa di morte?
Un fatto che mi ha colpito enormemente, forse un po’ per deformazione professionale, è l’enorme quantità di cacca che questi animalini producono ogni giorno (circa ottanta chili) ed è composta principalmente da acqua. È stato divertentissimo assistere al loro addestramento, durante il quale il keeper lanciava letteralmente pezzi di mela all’interno della bocca enorme dei due ippopotami. Ci è stato spiegato dalla biologa che questo è un allenamento che devono fare quotidianamente per abituare gli animali a spalancare le ganasce al momento della visita con la veterinaria. Immaginate voi se una donna, magari minuta, dovesse obbligare dei bestioni di tre tonnellate a spalancare la bocca per controllargli i denti. Credo che sia un’impresa quasi impossibile.

Un'altra cosa molto divertente. All’interno della loro vasca sono presenti anche dei pesci; la domanda che sorge spontanea e che un impavido bambino ha posto alla biologa è stata se i pesci non venivano mangiati dagli ippopotami. Altrettanto esilarante è stata la risposta: no tranquillo tesoro, gli ippopotami sono erbivori. Ma non escludiamo che qualche pesce sia finito nel loro stomaco mentre giocano a fare le capriole sul fondo della vasca. 

LE TIGRI
Al tempio delle tigri siamo passate due volte: durante la prima visita i tre maschioni erano intenti a dormire con la pancia all’aria nell’angolo d’ombra direttamente dietro la vetrata. Verso fine giornata poi siamo ritornate per assistere all’incontro con la keeper che ha esordito dicendo “adesso le vedete che dormono contro il muro e sicuramente andranno avanti così fino a che non ho finito di parlare, poi inizieranno a giocare proprio mentre tutti stanno per andare via”. E, inaspettatamente agli occhi di tutti, come se avessero sentito e volessero smentire le parole della loro amica umana, una ad una si sono alzate dal loro giaciglio e si sono tuffate all’interno della loro piscina privata. Dall’acqua spuntava solo il loro musone, come se volessero mettersi comodi per osservare tutte quelle facce di fronte a loro. 
Fun facts: il colore arancione della loro pelliccia richiama i toni del cielo durante il tramonto. Le strisce nere invece riprendono le ombre proiettate dagli alberi. Per questo le tigri scelgono proprio questo momento della giornata per cacciare, così da mimetizzarsi tra gli alberi e tendere agguati alle loro prede. 

IL VOLO DEI RAPACI
Purtroppo di questo evento posso allegare solo alcune prove fotografiche. È stato l’incontro che più mi è piaciuto e che avrei tanto voluto rivedere. Vedere questi animali così regali e immensi, volare sulle teste degli spettatori e allo stesso tempo seguire le direttive del loro falconiere è stata una delle esperienze più belle e che tanto avrei voluto provare in prima persona (se volete capire quello che sto dicendo leggete Io e Mabel di Hellen Mcdonald). C’erano rapaci di ogni genere: aquile e avvoltoi dall’apertura alare infinita. Piccoli falchi dalla mira impeccabile che riescono a prendere il loro boccone di cibo lanciato in aria dalla keeper al volo, senza farlo cadere.
Simpaticissimo poi il piccolo esemplare di poiana che al posto di volare, zampettava all’interno dell’anfiteatro alla ricerca del cibo nascosto sotto i massi. 
Vi dirò, alla vista di questi animali mi sono anche un po’ emozionata e mi rammarico di non aver prenotato l’attività di falconeria: era assolutamente da fare. Non scherziamo, quando ci ricapita di vedere un rapace volare in picchiata e posarsi sul nostro braccio guantato?

Il parco è abbastanza grande, ma non dispersivo. Non disperate se la vostra compagnia è composta per 2/3 di persone che odiano camminare: non dovrete fare i chilometri tra un animale e l’altro e non rischierete di perdervi i vari eventi perché “adesso ci sono i Gibboni, ma dobbiamo percorrere l’equivalente della lunghezza del Nilo quindi non li vedremo mai” sarà una frase che non direte. 

Sicuramente è un’esperienza che arricchisce e che rifarò il prossimo anno, sperando magari di partecipare anche a qualche evento a pagamento (muoio dalla voglia di tenere sul braccio un falco). Il parco è stato apprezzato anche dalle mie due cugine più piccole che non amano molto camminare e che preferiscono di gran lunga sguazzare in una piscina piuttosto che assistere agli incontri con i Keeper. Però ne sono rimaste estasiate e mi hanno chiesto quando le riporto a vedere il panda rosso (purtroppo di giorno se ne sta sdraiato su un ramo del suo albero a dormire ed è anche molto difficile fotografarlo). 
Questo parco mi ha lasciato una maggior consapevolezza del mondo che ci circonda e degli animali che condividono il nostro stesso pianeta che rischiano di estinguersi per cause prettamente umane. E si. Se tornassi indietro studierei biologia.
Non fatevi scappare l'occasione di scattare una foto insieme al simpaticissimo cammello. Io, che non faccio esattamente parte dell'esercito dei Selfie, non ho resistito e ho dovuto, in compagnia delle mie tre amiche di avventura, immortalare questo straordinario evento. 

Spero che questo post vi sia piaciuto e che vi abbia invogliato a visitare questo parco immersivo. 
Fatemi sapere cosa ne pensate anche delle fotografie: ho comprato da poco una reflex e queste sono sostanzialmente le prime che ho scattato fuori di casa. 

Un saluto a tutti.
Con affetto,

M.

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