Questo weekend a Bergamo è in atto la fiera degli sposi, evento
annuale in cui atelier d’abiti, ristoranti, ma anche fotografi, party e wedding
planner, addobbano i loro stand per fare colpo sulla miriade di sposine che
percorrerà quel labirinto di tulle e confetti alla ricerca del dettaglio
particolare e studiato che renderà la sua cerimonia il giorno più bello della
sua vita, quello che ricorderà negli anni a venire con più felicità e
nostalgia.
Io mi ci sono recata venerdì sera, primo giorno di apertura, dopo un
turno particolarmente sfiancante di otto ore in casa di riposo (seriamente
distruttivo, non ho avuto nemmeno il tempo per fare la pausa pranzo), insieme
alla mia Gym Buddy Stef, con la quale condivido le torture medievali che ci
propina il nostro allenatore nei giorni in cui decidiamo di palesarci in
palestra perché l’estate si avvicina e fare solamente la dieta non serve a
nulla.
Iniziamo la nostra candida serata con una magica piadina vegetariana e
la promessa di rimpinzarci di confetti una volta giunte in fiera; fuori dall’ingresso
dell’edificio ospitante troviamo in bella mostra delle automobili di vario
tipo, una limousine, una Porsche e una non identificata, tutte e tre ovviamente
bianche e corredate di fiocchi.
Una volta all’interno, inizia l’esposizione vera e propria. Si respira
già aria di festa quando, alla consegna dei biglietti, ci troviamo di fronte
tre manichini con tre diversi abiti da sposa molto principeschi che io non
indosserei mai, ma che, devo ammetterlo, facevano proprio un bell’effetto. Certo,
se una ha la fortuna di avere il fisico da barbie, taglia 38, senza culo e
senza tette.
Nel labirinto di stand vieni assalita da personaggi strambi di ogni
genere che cercano di propinarti i loro depliant e ti convincono che il loro
atelier/ristorante/cantante è il migliore sul mercato quindi devi per forza
scegliere loro per il giorno più bello della tua vita.
Partendo dal presupposto che io avevo solo una vaga idea di quello che
bisogna organizzare per il matrimonio, sono rimasta parecchio sconvolta:
pensavo fosse solo una roba che si vede nei film, le spose che diventano pazze
isteriche perché si ritrovano a dover coordinare i sottopiatti ai centrotavola
e i centrotavola ai segnaposti. Pensavo fosse solo finzione, solo un’estremizzazione
di ciò che si cela dietro la preparazione di questa cerimonia. Invece no. Tutto
viene curato nei minimi dettagli: la composizione del tavolo, le sedie, la
disposizione dei tavoli, per non parlare poi ovviamente della distribuzione
degli ospiti perché un invitato non si può sedere dove cavolo gli pare, no,
tizio deve essere vicino a caio anche se non si sopportano e le rispettive
fidanzate devono trovarsi nel mezzo per non far scaturire la terza guerra
mondiale.
Per fortuna, se siete delle spose che si fanno prendere facilmente
dall’ansia e non volete dover ricorrere allo psichiatra prima di dire il
fatidico Si, potrete sempre implorare che un wedding planner vi offra i suoi
servigi, così che penserà a tutto lui. Voi dovrete solo approvare quello che
questo carinissimo personaggio vi proporrà.
Oltre alle esposizioni di ristoranti che propongono le loro
composizioni sui tavoli in perfetto stile ‘foresta amazzonica’ (seriamente, un
tavolo addobbato sembrava la perfetta replica della giungla e ci siamo chieste
come gli invitati potessero parlarsi l’un l’altro con davanti una pioggia di
liane e piante che crescevano di fronte ai loro bicchieri) correndo però il
rischio di trovarsi un bellissimo insetto dai colori iridescenti nel bicchiere,
siamo incappate anche in una dimostrazione di acconciature dove, probabilmente
una scolaresca perché si trattava per lo più di ragazze e qualche ragazzo, si
prodigavano in giochi di maestria con i capelli di teste mozze di plastica e
poi, una volta finita la loro creazione, correvano in giro per la fiera con il
loro capo di bambola in mano tutti soddisfatti. Non mi dilungherò
particolarmente sulle teste mozze perché mi hanno fatto parecchia impressione
ma, devo confessare che alcune acconciature erano molto belle e particolari.
Purtroppo, il giro della fiera è stato breve e, una volta giunte alla
fine, ci siamo trovate d’innanzi alla immancabile dimostrazione del folletto (la
mitica aspirapolvere) dove quattro uomini si dilettavano ad illustrare i
molteplici usi di questo manico di scopa elettronico e ne decantavano le doti
manco fosse l’ultimo ritrovato d’ingegneria aerospaziale.
Ovviamente, non poteva mancare la scena in cui la mitica Stef
rimorchia uno dei rappresentanti: non poteva che essere quello più strambo e
più rotondo dell’intera fiera. Segue discussione sul Bimby (altro prodotto
della casa del folletto che non scriverò perché non ho idea di che lettere
compongano questa parola), su cosa mangiare quando si è a dieta e “tu non ti
preoccupare, ci penso io a prepararti una favolosa insalatina lattughina
croccante, aggiungendo pomodorini, quattro mozzarelline ciliegine e un po’ di
tonno”. Liquidato il simpatico signore con un “scusaci, ma necessitiamo di un
secondo giro”, ripartiamo dall’inizio.
Vi avevo anticipato che il nostro intento era quello di scroccare
qualche confetto e nasconderlo in borsa per poi mangiarcelo in tranquillità
prima degli allenamenti. Ecco, il nostro piano è andato in fumo. A quanto pare
venivano concessi gli assaggi solo alle vere spose e a nulla sono serviti i
nostri tentativi di ingannare il sistema perché, si sa, entrambe siamo pessime
nell’arte del camuffamento e della truffa.
Tipico dialogo del venerdì sera:
“allora chi si sposa delle due?”
“LEI!!” risposta all’unisono con indici che puntavano reciprocamente l’altra.
Con tono di rammarico “si spera entrambe. Prima o poi. Intanto ci
rifacciamo gli occhi per gli altri”
“buon giro allora. Intanto vi lascio il mio depliant e il mio
biglietto da visita”
Alle 20,45 poi abbiamo assistito ad una sfilata di abiti da sposa che
vedeva protagoniste delle ragazze non modelle, agghindate e acconciate come se
dovessero sposarsi la sera stessa. Prima di goderci questo spettacolo però,
siamo state intrattenute con un quiz nel quale ci siamo classificate ottave con
lo stupore di entrambe: si trattava di domande riguardanti le regole da
rispettare per organizzare una cerimonia con i fiocchi. Da come deve essere il
vestito della sorella della sposa – rigorosamente non rosso – a dove vanno
fatti sedere gli invitati dello sposo – ovviamente non al bar dell’oratorio,
risposta che ho dato io per beffarmi del conduttore che credeva fermamente
nelle sue potenzialità di Enrico Papi dei poveri.
Finalmente dopo un’inutile attesa inizia la sfilata. Abbiamo assistito alla performance di tre
diversi tipi di ragazze:
- quella “non so perché sono qui ne tantomeno cosa sto facendo”, in
cui anche io e Stef ci siamo rispecchiate. La tipica ragazza timida, che viene
convinta dal proprio fidanzato perché “amore sei bella non vedo il motivo per
tirarsi indietro”, dalla camminata molto incerta sui trampoli brillantati che
non sa minimamente come posare. Hai tutta la nostra stima.
- Quella “sono figa e lo so per questo me la tiro” non ha bisogno di
ulteriori descrizioni. Vi dico solo che camminava anzi, fluttuava sulla
passerella come se avesse un palo nel culo (esattamente le parole che sono
uscite dalla mia bocca) con lo sguardo fisso sul riflettore e, scommetto lo
stipendio, a fine serata si sarà ritrovata con le retine strinate.
- Quella “sono figa ma fingo di non saperlo così tutti mi rassicurate
sul fatto di essere figa”. Colei che si crede una dea greca, ma non lo ammette perché
è più bello sentirselo dire dalle persone e farsi convincere di essere belle
anche senza tonnellate di mascara.
Ci siamo lanciate in svariati commenti durante tutta la durata della
sfilata facendo anche la nostra consueta figura di merda. Nel bel mezzo di un
commento particolarmente acido sul secondo tipo di ragazza, le nostre vicine di
posto si mettono a fotografare la modella in questione. Abbiamo dedotto fossero
le amiche, ma comunque di questo non ci siamo rammaricate, anzi, abbiamo
proseguito per la nostra strada impersonando due perfette Enzo e Carla.
Come poi dimenticare il fidanzato della prima ragazza che ha sfilato. Quella
che riveste perfettamente i nostri panni. Quella “non so perché lo sto facendo”.
Fortunatamente i nostri pensieri riguardo a questa bambolina erano positivi e
infatti abbiamo ricevuto la benedizione del suo fidanzato, seduto a due posti
di distanza da noi. Con la nostra maestria siamo riuscite a scongiurare un
disastro di dimensioni astronomiche, ma ciò che pensavamo era tutto vero. Il suo
vestito era il più bello di quelli presentati e lei era molto simpatica e
spontanea. Urrà per te cara amica non so come ti chiami. Purtroppo so già che
non avrà vinto lei, avranno sicuramente premiato le donzelle da palo nel
sedere, però si è comunque aggiudicata il titolo di eroina della serata.
Siamo dovute fuggire prima della proclamazione della vincitrice, perché
io avevo tremendamente sonno e la Stef aveva un’uscita programmata per quella
stessa sera.
Comunque sia ho imparato diverse cose in queste poche ore di deliranti
e svolazzanti abiti di tulle e ristoranti dal dubbio gusto per l’arredamento:
1.
Se non vuoi diventare una pazza psichiatrica
prima del tuo matrimonio, assumi un Wedding Planner.
2. Odio
definitivamente i vestiti rossi. In generale, che siano da sposa o per una
serata qualsiasi. Il rosso non è il mio colore e mai lo indosserò. Per il mio
matrimonio (se mai mi sposerò) opterò per un vestito corto, semplice e che non
mi faccia cascare con la faccia per terra e stampare tutto il mio trucco sul
pavimento della chiesa.
3. Ovviamente
non indosserò tacchi ma comodissime converse.
4. Sono
tornata a casa con una voglia matta di confetti che non è stata soddisfatta.
5.
Stef ormai l’hai detto che sarò la tua testimone
di nozze quindi mi aspetto una bellissima e buonissima bottiglia di vino come
bomboniera. Solo per me. Gli altri si arrangiano.
Era mia intenzione corredare questo sproloquio di foto (si perché io
mi sono recata in fiera con l’intento principale di fare tante foto per
Instagram), ma sto avendo parecchi problemi ad inviare mail dal cellulare e le
mie doti di hacker non sono così avanzate quindi credo proprio che dovrò
ricorrere al servizio Genius Bar della Apple.
Vi auguro una buona domenica ricca di confetti.
Con affetto,
M.
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