Ieri è stato il mio primo giorno di tirocinio in
neuropsichiatria infantile.. sono molto confusa, non so se mi piaccia o meno..
l’ambito psichiatrico già non mi affascinava quando ne seguivo le lezioni in
classe.. tutto troppo astratto e poco concreto.. e poi odio vedere i bambini
soffrire.. odio vedere le ragazzine di 14 anni con delle lesioni di 4° grado
sul volto e sul resto del corpo a causa della loro anoressia.. e odio anche sentirmi dire dal
cardiologo, quando gli porgo il tracciato ecg della suddetta ragazza
anoressica, il quale mostra una marcatissima bradicardia sinusale con 27 di
frequenza, che “non c’è nulla da fare ragazze, questa qui è terminale, chiamate
la rianimazione”.
Il suo corpo si stava autodistruggendo, si era abituato a
vivere secondo gli schemi dettati dal suo essere anoressica, e non appena si
provava a dargli nutrimento, lo rifiutava. Tanto per farvi capire: la ragazza
camminava con le sue gambe, con un indice glicemico pari a 37 mg/dl. Io vado in
coma se mi viene un’ipoglicemia così marcata, così come qualsiasi essere umano
normalmente nutrito.
Il corpo di questa ragazza aveva cominciato a vivere in
condizioni non compatibili con la vita.. ed ora si trova in rianimazione,
nonostante quello che la ragazza volesse era morire.
Peccato che abbia scelto il peggiore dei modi: lasciarsi
morire di fame.
Ci sono persino le bambine di nove anni che si rifiutano di
mangiare; tutto perché le madri continuano a paragonarle alla perfetta sorella
maggiore, che loro non riusciranno mai ad eguagliare. E così vengono ricoverate
in neuropsichiatria, con sondino naso gastrico e guai se sentono pronunciare le
parole “pappa” o “latte”: quello che le viene somministrato è un “sostegno”. Intanto
loro si limitano a mangiare un fagiolo e bere un sorso di acqua a pranzo.
Io non capisco come una madre possa anche solo permettere
che capiti questo alla propria figlia. Non bisognerebbe volere il suo bene? Perché
farle questo? Solo perché sei rimasta segnata dalla morte dell’altra tua
figlia? Questo non è un buon motivo: avresti dovuto fare in modo che niente di
tutto questo le capitasse, invece sei stata proprio tu la causa.
Tu e il tuo volere un figlio per colmare il vuoto lasciato
dalla morte della tua primogenita; una figlia avuta con un uomo qualunque, che tu non ami, come non
ami la nuova arrivata. Perché se tu tenessi un pochino a lei, non avresti mai
permesso che rinunciasse al cibo solo per farti un dispetto; non ti saresti mai
permessa di fare paragoni, perché lei è altrettanto bella e speciale.
Visto che tu non lo fai, la coccolerò io. Ti amerò io
piccola V.
Quando la notte avrai paura vieni da me e ti abbraccerò io.
La tua mamma ora come ora non ti merita. Vorrei fartelo capire: che non ne vale
la pena, lasciarsi morire per una persona che non ti ama; piuttosto devi
continuare a vivere per le persone che ti vogliono bene, e io, anche se ti
conosco da neanche un giorno, te ne voglio tantissimo.
Come ne voglio al piccolo grande E.
La tua è stata solo sfortuna: la caduta dal seggiolone non
dovrebbe provocare lesioni così devastanti. Ma a te si, tanto da farti andare
in coma nel momento stesso in cui la tua piccola testolina ha toccato terra.
Ma tu a differenza della mia V. hai dei genitori che ti
amano da morire. E hai anche me: continuerò a farti i grattini per farti
calmare, dopo che l’infermiera ti ha fatto il dispetto di rubarti un po’ di
quel tuo sangue prezioso.
Io spero che questo tirocinio finisca alla svelta, perché non
so per quanto potrò resistere, prima di correre nella stanza di ognuno di quei
bambini e abbracciarli stretti stretti. Per sentirmi un po’ meno inutile.
Per fortuna che il tirocinio non porta con se solo
avvenimenti tristi, ma anche allegri.. allegrissimi.. d’ora in poi non vedrò
più l’odiatissima M. mia compagna di corso con la quale condivido anche il viaggio
in macchina verso la scuola, e con la quale, fino a ieri mattina, condividevo
anche l’armadietto dello spogliatoio.
Io che con gentilezza ho detto alle tutor che dividevo l’armadietto
con lei così non doveva portarsi da casa il lucchetto e occuparne un altro,
ricevo in cambio un “puoi lasciarlo aperto così quando finisco riesco a
prendere le cose? Tanto non mi cambierò mai nemmeno qui” tutto perché non”
aveva avuto il tempo” per andare a fare la copia delle chiavi.
Dopo dieci minuti di viaggio di ritorno a casa con C. (avevamo
tutte e due il turno di mattina quindi abbiam deciso di andare insieme con una
macchina e, ovviamente, con noi è venuta anche M. nonostante avesse deciso di
prendere il treno durante il tirocinio) vengo a scoprire che alla fine la T…a
ha messo le sue cose nell’armadietto di C. lasciando il mio vuoto e aperto. Io ho
dovuto riportare a casa tutto: divisa, ciabatte, felpa, perché mi scocciava
lasciare le mie cose in un armadietto aperto. Vaffanculo stronza! (scusate la
volgarità, ma è da ieri che mi tengo tutto dentro e alla fine sono esplosa).
Non me ne frega niente se non condividi più l’armadietto con
me, anzi sono più che felice! però potevi anche metterle subito le tue cose
nell’armadietto di C. così io non dovevo lasciarlo aperto fino a lunedì!
A far del bene alle persone è questo che si ottiene in
cambio.. comunque glie l’ho detto.. le ho scritto subito ieri sera di mandare
una mail alle tutor per riferire che non dividerà con me l’armadietto ma con C.
E se non lo fa lei state pur certi che scriverò io alle
tutor lunedì stesso!
Devo smetterla di essere così buoni con tutti..
Che mi venga a chiedere i passaggi per andare in ospedale..
col cavolo! Prendi il treno bella mia!! Tu sulla mia macchina non sali finché
non ricominciano le lezioni, perché come pago io la benzina la puoi pagare
anche te!! Se poi tu sei una tirchia e non vuoi spendere soldi per questo, sono
cavoli tuoi! Vai con il treno e arrangiati! Io continuerò a preferire la
comodità della mia macchina, a costo di dover stare a casa i sabati sera pur di
risparmiare e avere qualche soldo in più per pagare la benzina!
E con questa mia altra sclerata, vi lascio.
Un bacione e alla prossima.
C.
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