Buongiorno a tutti!
Oggi vi vorrei proporre la recensione di un libro che ho finito ormai
parecchio tempo fa. Complice anche il fatto che il film tratto da questo
capitolo de Il Signore degli Anelli è uno dei miei preferiti, non sono riuscita
a godermi a pieno la lettura, anche se è stata lo stesso molto positiva e il
libro si è meritato comunque quattro stelline. A questo ho preferito La
Compagnia dell’Anello.
TRAMA
In questo secondo romanzo della trilogia di Tolkien, gli amici della
Compagnia dell'Anello lottano separati. Merry e Pipino sono fatti prigionieri
dalle forze del Male, ma riescono a fuggire e trovano soccorso in uno strano
mondo di esseri giganteschi, mezzo vegetali e mezzo umani. Aragorn, un
enigmatico personaggio che si era unito alla Compagnia all'inizio dell'impresa,
stringe alleanza con i guerrieri di Rohan, un popolo fiero che per secoli ha
resistito all'assalto delle tenebre. Frattanto Frodo e il devoto Sam si
imbattono in Gollum, un viscido essere che era stato l'antico possessore
dell'Anello, e lo costringono a condurli verso Monte Fato. Ma spaventose
creature li attendono al varco e il loro cammino si interrompe tragicamente.
RECENSIONE
Come già vi ho accennato nell’intro, questo romanzo mi è si piaciuto,
ma non è stato in grado di soddisfare tutte le mie aspettative elevate dalla
visione del film. Forse è anche perché il film è uno dei miei preferiti e mi
aspettavo dal romanzo lo stesso respiro e la stessa suspance.
Non fraintendetemi, l’opera di Tolkien è bellissima e non vedo l’ora
di continuarne la lettura, ma ciò che mi è rimasto al termine de Le Due Torri
è ben poco rispetto a quanto mi viene trasmesso durante la visione dell’omonimo
film.
La mia parte preferita, ossia la battaglia del fosso di Helm, nel
romanzo viene trattata in un modo completamente diverso: nel film sono riusciti
a trasformarla in una scena epica, una battaglia alla quale tutti gli amanti
del fantasy vorrebbero partecipare. Una battaglia che ti fa sentire potente,
che ti fa desiderare ardentemente di possedere arco e frecce e di essere in
compagnia di Legolas e Gimli per fare la gara a chi uccide più orchi. Nel libro
invece è stata trattata in modo molto frettoloso e sbrigativo e ciò mi ha
lasciato parecchio l’amaro in bocca.
Per il resto Tolkien è stato impeccabile, un maestro del fantasy in
tutto e per tutto. I nuovi personaggi introdotti sono delle icone, le
descrizioni sono formidabili e riescono a trasmettere tutto ciò che provano i
personaggi.
Vi lascio di seguito un pezzetto tratto dal capitolo di Barbalbero che
è uno dei miei preferiti dell’intero romanzo:
Sembrava vi fosse
dietro le pupille un enorme pozzo, pieno di secoli di ricordi e di lunghe,
lente e costanti meditazioni; ma in superficie sfavillava il presente, come
sole scintillante sulle foglie esterne di un immenso albero, o sulle creste
delle onde di un immenso lago. Non so, ma era come se qualcosa che cresceva
nella terra quasi in letargo, o consapevole soltanto della propria presenza tra
la punta delle radici e quella delle foglie, tra la profonda terra ed il cielo,
si fosse improvvisamente destato e ci stesse considerando con la stessa lenta
attenzione che aveva prestato ai propri problemi interiori per anni e anni.
Ho apprezzato molto anche la suddivisione della narrazione per
punti di vista. Questa cosa mi aveva fatto storcere il naso durante la lettura
de Il trono di spade, tanto da arrivare ad abbandonarlo: in quel romanzo, i
punti di vista erano troppi e troppo diversi tanto da creare confusione nel
lettore che si ritrovava così tra le mani un’accozzaglia di personaggi
collocati in diverse parti e che narrano di avvenimenti apparentemente
disconnessi tra loro. Siccome per me leggere vuol dire relax, vuol dire godermi
quel poco di tempo libero che mi rimane lasciando da parte il nervosismo.. ecco
diciamo che quella narrazione non faceva che aumentare in me gli istinti
omicidi verso Big George tanto da rinunciare alla lettura del suo primo romanzo
(non sono nemmeno arrivata a metà) preferendo la visione della serie televisiva
che, a mio parere, fa meno sbalzi tra un reame e l’altro e poi alcuni
personaggi sono, secondo me, trattati meglio.
Nell’opera di Tolkien invece i diversi punti di vista (in partenza
sono tre, diventeranno poi due verso la metà del romanzo), non creano
confusione poiché vengono trattati separatamente: non vi è un’alternanza tra
uno e l’altro, bensì prima vengono trattate le vicende di taluni personaggi e
successivamente si passa agli altri. Credo che questo sia il metodo più
efficace per parlare di vicende che avvengono in luoghi e tempi differenti. Il
lettore in questo modo riesce a seguire il filo della narrazione senza perdersi
passaggi importanti e senza chiedersi da dove sbuchi questo personaggio (cosa
che mi capitava spesso di chiedermi mentre leggevo Il Trono di Spade).
Per il resto non ho molto altro da dire. I miei personaggi
preferiti rimangono sempre Legolas e Gimli, perché di sì e perché è impossibile
non adorarli quando fanno a gara a chi uccide più orchetti.
★★★★
- Exceed Expectations. -
Per oggi è tutto ragazzi!
Con affetto,
C.
Mi è piaciuta questa trilogia!
RispondiEliminaNe sono felice!
EliminaMa sai che anche il film di questo libro è tra i miei preferiti??Mentre della trilogia librosa quello che ho amato di piùè stato Il ritorno del re, contro ogni previsione!!! ^^
RispondiEliminaSi il secondo è tutto un altro livello rispetto agli altri due! Per ora il mio romanzo preferito è il primo, ma ancora non ho letto l'ultimo, quindi la mia idea potrebbe cambiare! XD
Eliminasono una grande fan del signore degli anelli!!! quando ero più piccola ero un po' ossessionata... che bello Barbalbero!!!!
RispondiEliminaIo mi sto appassionando all'alba dei 23 anni!
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