Ciao a tutti!
Oggi vi propongo la recensione di Shadowhunters, Città di Ossa. Purtroppo non
ho potuto godere della compagnia di questo libro per molto: era richiestissimo
in biblioteca e sfortuna vuole che un'altra persona l’avesse già prenotato, quindi
non ho potuto tenerlo ancora per qualche giorno, giusto il tempo per scrivere
la recensione.
TRAMA
Al Pandemonium Club di New York si
fanno strani incontri. Seguendo un affascinante ragazzo dai capelli blu nel
magazzino del locale, Clary vede tre guerrieri ricoperti di rune tatuate
circondarlo e trafiggerlo con una spada di cristallo. Vorrebbe chiamare aiuto,
ma non rimane nessun cadavere, nessuna goccia del sangue nero esploso sull’elsa
e soprattutto nessuno da accusare, perché i guerrieri sono Shadowhunters,
cacciatori di demoni, e nessun altro, tranne Clary, può vederli. Da quella
notte il suo destino si lega sempre più a quello dei giovani Cacciatori,
soprattutto a quello del magnetico Jace: poteri che non aveva mai avuto e
ricordi sepolti nella sua memoria cominciano a riaffiorare come se qualcuno
avesse voluto tenerglieli nascosti fino ad allora. Clary desidera solo
ritrovare la madre misteriosamente scomparsa, ma sarà coinvolta in una feroce
lotta per la conquista della Coppa Mortale, una lotta che la riguarda molto più
di quanto creda.
RECENSIONE
È da qualche ora ormai che fisso la pagina di word in attesa che le
parole si decidano a scivolare via dalle mie dita, direttamente sui tasti del pc.
Ma questo momento fatica ad arrivare, forse perché non so esattamente da che
parte iniziare ad esprimere il mio amore per questo libro e per questa autrice
(ti prego Cassandra, almeno tu non deludermi! xD), o forse è tutta colpa della
tesi, che ha prosciugato i miei neuroni e ormai, poverini, hanno deciso di
partire per un viaggio alle Bahamas senza più fare ritorno.
Questo libro ormai è iperconosciuto nella blogosfera quindi non ha
bisogno di presentazioni.
Ovviamente non potrei chiamarmi Cerrie se, ancora una volta, non mi
rovino la lettura per colpa della mia innata curiosità che mi ha spinta a
vedere prima il film.
Come già era successo per Percy Jackson, anche in questo caso, durante
la lettura, più e più volte mi sono chiesta che libro avesse letto il regista:
non se voi avete visto la trasposizione cinematografica, ma se l’avete fatto,
aiutatemi a trovare qualche somiglianza con il romanzo della Clare. Hanno addirittura
cambiato il finale!
Lasciando perdere il film, la storia mi è davvero piaciuta, è un Urban
Fantasy davvero ben strutturato, i luoghi e i personaggi sono molto ben
descritti.
Mi è piaciuto molto il dettaglio del Mondo Invisibile, che appunto è
invisibile (ma va?! xD) agli occhi degli umani (o mondani!): questo elemento è molto simile
al mondo magico creato dalla Rowling, del quale i babbani non possono essere a conoscenza
a meno che non abbiano qualche parente mago.
Il personaggio che più ho apprezzato è Jace: ho amato il suo essere
protettivo nei confronti di Clary, il suo essere ingenuo e inconsapevole di ciò
che Alec prova per lui e il suo essere ironico, anche nei momenti meno
opportuni.
C’era una data incisa sul basamento,
1234, e attorno le parole: nephilim:
facilis descensus averni.
- quella sarebbe la coppa mortale? –
chiese Clary.
Jace annuì. – e quello è il motto
dei Nephilim… dei Cacciatori.
- cosa vuol dire?
Il sorriso di Jace fu un lampo
bianco nell’oscurità. – significa “cacciatori: strafighi in nero dal 1234”.
- Jace…
- significa – disse Geremia – “la
discesa all’inferno è facile”.
- Vai veloce mondano- Disse.
- Corri come se avessi l’inferno
alle calcagna-
Ovviamente non posso dire lo stesso del Jace del film: lui, al
contrario, non mi è mai andato giù! Faticavo a sopportarlo: non so se sia colpa
dell’attore che lo interpreta ma avrei volentieri voluto prenderlo a schiaffi!
Stessa cosa per Alec: nel romanzo alla fine riesce a mettere da parte
il rancore che prova nei confronti di Clary e ad essere suo “amico”, mentre l’idea
che me ne sono fatta vedendo il film è di una persona con la puzza sotto il
naso, che si crede migliore degli altri, ma che in fondo non riesce nemmeno a
confessare a se stesso di essere omosessuale! E questa è una cosa che odio:
ognuno dovrebbe essere fiero di ciò che è.
Un personaggio che invece ho odiato con tutto il mio cuore è Hodge e,
chi ha letto il libro, può immaginare il perché.
Nel complesso questo romanzo mi è piaciuto davvero molto e non posso
non dargli il massimo dei voti.
Scusate per la pessima recensione, ma davvero non riuscivo a trovare
le parole!
Con affetto,
C.
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