sabato 8 marzo 2014

i want to be like... Hermione Granger!


Ogni promessa va mantenuta, ed io non vorrei mai e poi mai deludere i miei pochi lettori (pochi ma buoni…. :D).. come già annunciato ieri, questo sarà un post bello chiacchiericcio e, magari anche un po’ noioso per voi che magari non avete voglia di leggere del disastro che è la mia vita, ma io sento il bisogno di condividere con qualcuno le mie esperienze e, diciamocelo, ho anche bisogno di sfogarmi un pochino..
Come ben sapete (si perché ve l’avrò ripetuto mille mila volte) sono in fase tirocinio in questo periodo: all’inizio ero super contenta di poter fare pratica in Rianimazione, ho sempre avuto un debole per l’area critica e quale posto migliore per vedere se sei portato per le emergenze? Non potevo essere più felice quando ho saputo che la 2° CR sarebbe stata la sede del mio secondo tirocinio.
Tuttavia non posso nascondere l’ansia che ho provato la sera prima di iniziare: d'altronde quegli infermieri sono i grandi dell’ospedale, quelli che camminano per i corridoi fieri della loro divisa blu sporca di sangue e dio solo sa quale altro liquido biologico, quelli che non hanno paura di niente, quelli che, se dovesse scatenarsi l’apocalisse zombie, saprebbero cosa fare per mettere in salvo loro stessi e gli altri.
Insomma, quel reparto è l’Olimpo e le persone che ci lavorano sono degli Dei.. e io? Cosa sarei stata una volta li? Un piccolo esserino che gira intorno a tutte quelle divinità, che cerca di catturare quanto più possibile con i suoi occhi, per poter imparare a essere un po’ meno impacciata e spaventata da quello che le potrebbe succedere.
In un reparto del genere, impari guardando: come si comporta l’infermiere di fronte all’emergenza, la sua calma, il sangue freddo, la sua indifferenza nell’approcciarsi al paziente tossico che potrebbe magari anche ferirlo.
Loro sono quelli che sanno prendere la vena anche ad un paziente che di sangue in circolo non ne ha, quelli che iniziano il massaggio cardiaco senza farsi prendere dal panico.
Ma anche gli dei hanno un punto debole: quello comune a tutti loro è che non sanno assolutamente come rapportarsi con le persone, se non tra colleghi-dei. Non ho visto un infermiere costruire un minimo di relazione con il paziente, non li ho mai visti andare oltre l’approccio pratico e puramente tecnicistico di questa professione.
Quando l’unico paziente vigile aveva bisogno di essere imboccato per mangiare, ho sentito l’infermiere dire “guardi che ora arriva la signorina (che sarei io…. E in quel momento avrei voluto esclamare ‘ehi bello mio, anche io ho un nome sai? E signorina non è quello!’) e la aiuta a mangiare..” e, detto ciò, scompare.
A me fa piacere aiutare i pazienti a mangiare, ma questo l’ho visto proprio come un “non ho voglia di farlo io, aspetta che scarico questo peso alla tirocinante che tanto è qui per questo”. Un conto è se tu hai altro da fare, altri pazienti a cui badare, ma visto che l’unico tuo pensiero era stare al telefono, questa cosa mi è pesata eccome.
Ripeto! Dare una mano alle persone anche quando non riescono a compiere gesti a prima vista banali, fa parte del nostro lavoro. Ma non è giusto che io venga usata per svolgere compiti che voi grandi non avete voglia di fare. Perché poi, lo sapete solo voi! Io non trovo niente di più bello, che aiutare un paziente a mangiare, o a svolgere qualsiasi altra attività. Non sapete quanto sia bello sentirsi dire un timido “grazie” alla fine.
Quando condividi questo genere di attività, non puoi che diventare complice di queste persone, impari a capirle e a condividere, anche solo per un attimo, il loro disagio. Capisci quanto sia difficile per loro anche solo il semplice movimento di alzare la forchetta e portarsela alla bocca o bere un sorso di acqua.
Capisci cosa significhi per loro essere costretti a rimanere a letto, contro la loro volontà e non ti puoi permettere di giudicare perché non puoi fare a meno di immaginarti nei loro panni: cosa farei io se dovessi ritrovarmi costretta a letto, senza riuscire a muovere un muscolo? Vorrei avere accanto delle persone che svolgono il loro lavoro, tenendo conto anche di quanto la relazione significhi per i pazienti, non solo che dimostrino quanto siano bravi a fare l’emogasanalisi. Tutti prima o poi imparano a farlo, ma relazionarsi con il paziente è tutt’altra storia.
L’altro giorno ho assistito ad una scena alquanto raccapricciante: arriva un malato, già in coma, medio midriatico, con un emorragia sotto durale da far scappare dalla paura anche il più affermato ed esperto dei neurochirurghi.. insomma, non c’era più niente da fare, infatti avevano deciso di non operarlo e iniziare a prepararlo per il prelievo d’organi.
“si vede quando arriva un morto.. in sala d’attesa c’è la valle di lacrime”.. queste sono state le parole di un infermiere, appena entrato in stanza.
Ho avuto l’ennesima conferma che sono senza cuore.. magari non tutti, ma la maggior parte di loro si.
La parola empatia non sanno nemmeno che esista, visti alcuni loro comportamenti.
Va bene, passi il fatto di sdrammatizzare in ALCUNE situazioni, altrimenti da quel posto non puoi che uscire pazzo, ma almeno che si eviti questo tipo di commenti quando arriva un malato del genere.
Non tanto per il paziente, quanto più per i suoi parenti.
Cosa pensereste voi, se riceveste una telefonata “salve, sono l’infermiere della seconda rianimazione, volevo avvisarla che abbiamo appena ricoverato il vostro parente tizio. È caduto da un’impalcatura ed è stato portato da noi con un grave trauma cranico e un’emorragia cerebrale. Siete pregati di raggiungere l’ospedale, così da poter discutere per il prelievo d’organi”? Io ho provato a pensarci e mi si è accapponata la pelle.
Questa gente ha bisogno di una bella dose di umiltà, di ritornare a scuola per imparare cosa vuol dire mettersi in contatto con la persona malata, cercare di capire i suoi bisogni, e non solo alzare il culo per andare a vedere quale allarme suona, spegnerlo e tornarsene in box a cazzeggiare.
Vi prego, se dovessi diventare un essere così spregevole, ricordatemi che anche io sono stata una paziente e che l’amore dell’infermiere non lo si dimentica neanche dopo cent’anni.
Avrò ripetuto un centinaio di volte che non è la bravura nell’esecuzione della procedura che fa di te un bravo infermiere!
Per fortuna che, una volta finito il turno, posso tornarmene a casa, dalle mie coinquiline, e non pensare a questo tirocinio. Si perché non vedo l’ora che finisca.
L’unica nota negativa che accompagna la fine di tutto ciò è che dovrò abbandonare queste simpaticissime ragazze! Davvero ho creato un bel legame con loro, nonostante le conosca da poco più di una settimana!
Loro sono contente di ascoltarmi quando, a fine turno, arrivo a casa con la sola voglia di condividere con qualcuno le cose che ho visto. Grazie ragazze per ascoltarmi, nonostante a volte racconti solo cose orribili.
D’altronde, quando vedi una madre, maltrattata dal proprio figlio, picchiata e derubata della propria pensione e scopri che fine hanno fatto questi soldi (spesi in droga dal suddetto sporco individuo, che oltre tutto, era in cura per curare la dipendenza.), l’unica cosa che vorresti fare è liberarti di questo peso parlandone con qualcuno.
E pensi, che cosa ha fatto una donna per meritarsi tutto ciò? Che brutto male ha compiuto, per essere ripagata con la moneta più spregevole che esista?
Se c’è qualcuno li sopra (io non credo..) non sta facendo un ottimo lavoro. Ok probabilmente questa signora otterrà la gioia eterna, ma ora sta vivendo l’inferno! Una vita in cui il proprio figlio la picchia pur di avere i soldi per comprarsi la droga; ma nonostante tutto questa signora dorme in sala d’aspetto, in attesa dell’orario visita per entrare a tenere la mano di suo figlio, in coma per overdose.
Ecco dimostrato che l’amore incondizionato di una madre va ben oltre tutti i mali che i figli possono causare.
Un’altra eroina della quale potrò dire, fieramente, “un giorno vorrò essere una madre proprio come lei”.
Oggi oltretutto è anche la festa della donna.
Personalmente non l’ho mai festeggiata, semplicemente perché viene considerata solo come un modo per entrare gratis nelle discoteche, una scusa per andare nei bar e ammirare uno striptease senza pensare al fidanzato a casa.
Invece dovrebbe essere un modo per celebrare la figura della donna come simbolo di forza e tenacia la quale, dopo anni e anni di  mancato rispetto, finalmente è riuscita ad ottenere un minimo di ciò che le spetta.
Tante sono le figure femminili che ci hanno insegnato ad apprezzare il fatto di essere donna, che questo non implica essere inferiori agli uomini, ma ugualmente forti e indipendenti.
Nonostante la società di questi tempi trasmetta principalmente un immagine di noi donne come mero oggetto di pubblicità, abbiamo notevoli personalità da cui prendere spunto.. sembrerà banale, un po’ infantile e “cazzo stai dicendo, sono personaggi inventati!”, ma loro mi hanno insegnato più di quanto abbia mai fatto qualcun altro!
 
Un augurio a tutte le principesse guerriere, che non hanno paura di essere quello che sono!
Che vanno contro l’idea di donna barbie, anoressica e senza cervello!
Tanti auguri a tutte voi, mie care lettrici, se anche voi come me, vorreste essere un po’ più simili ad Hermione Granger, Katniss Everdeen o Annabeth Chase!

Dopo questo post chilometrico, direi che è giunta l’ora di prepararmi per la partita!
Tanti auguri a tutte!
Con affetto,
C. 

4 commenti:

  1. Eh cavolo ti capisco, eccome se ti capisco! Io studio medicina e sono al terzo anno. Beh, quando vado in reparto e vedo gli specializzandi tutti pompati e gonfi di orgoglio che, sicuramente preparatissimi, trattano i pazienti come manichini mi incazzo da morire. Certo, non sono tutti così, alcuni davvero meritano la medaglia al valore per quello che fanno e quello che DANNO, ma del resto gli insensibili sono ovunque e nei reparti d'ospedale sono dei veri criminali :S hai scelto dei personaggi femminili che amo moltissimo e con le quali, devo ammettere, mi identifico molto...credo sia bello per ragazze della nostra età avere dei modelli come loro. Non sono solo "personaggi", sono ispirazioni. ;)

    Un bacione ^^
    Teensy

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    1. Con gli specializzandi ho a che fare dal primo anno e veramente ne ho visti di tutti i tipi! Ma non avevo mai visto gli infermieri cosi insensibili.. forse sará il reparto che ti porta ad essere cosi.. ma davvero.. piuttosto che diventar cosi rinuncio all'area critica

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  2. ciao
    condivido quello che hai scritto Per fare l'infermiere è molto importante la pratica però dobbiamo sempre ricordare che davanti c'è una persona con i suoi bisogni, le sue paure.

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    1. A quanto pare qui l'hanno dimenticato.. e la cosa non mi piace.. io ho sempre ammirato questi infermieri che sannofare di tutto..pensavo fossero perfetti ma ora devo ricredermi.. qualche difetto di fabbrica ce l'hanno pure loro

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