domenica 20 ottobre 2013

third year.


Assenza ingiustificata. Lo so è quasi un mese che non scrivo niente nel mio blog e quei pochi lettori che mi seguono (?) potrebbero essere arrabbiati e aver deciso di smettere di leggere le fesserie che scrivo.
Comunque sia sono stata parecchio impegnata in questo ultimo mese: ho dovuto dare il mio ultimo esame del secondo anno (passato yeeeeee!), litigare con i docenti dato che il giorno dell’esame non si erano preoccupati di procurarsi i voti dell’altra parte di esame scritta che avevamo fatto venti giorni prima. Ora non si sa che fine abbia fatto il foglio con segnate tutte le nostre valutazione ma “non preoccupatevi ragazzi, per la sessione straordinaria di dicembre faremo in modo di averli”. Spero per voi che li troviate, altrimenti ci meritiamo tutti un 30 politico. Anche perché poi hanno avuto anche la brillante idea di cambiare la modalità di esame: questo era diviso in due parti, la prima scritta che comprendeva due materie mediche, geriatria e neurologia, la seconda parte doveva essere orale, sulle due infermieristiche di fine vita e nella cronicità. Il giorno dell’esame orale ci ritroviamo in un centinaio di studenti con tre docenti seduti alla cattedra che ci annunciano il cambio di rotta: l’esame si fa scritto a crocette.
Non vi dico i cori di disappunto che si sono levati dagli ultimi banchi dell’aula! Ma come si può fare una cosa del genere? Molti potrebbero essere contenti di fare un esame scritto, io però non molto! Se sul Documento Annuale di Programmazione Didattica è segnato che l’esame è da fare orale, si fa orale! Non è che voi decidete all’ultimo di fare 40 domande a crocette con 5 possibilità di risposta, che differenziano le une dalle altre per una virgola o per una E al posto di una O.
Io mi ero preparata per sostenere un orale, come molti altri miei compagni che non erano li solo per tentare. All’orale si vedono le vere potenzialità di una persona, che non possono emergere da un anonimo test a risposta multipla.
Comunque sia è andata così. Diciamo che sono sempre stata “sfortunata” in fatto di esami: ho l’innata capacità di iscrivermi sempre all’appello sbagliato. Quello in cui l’esame è più difficile o ci sono i docenti più severi e rigidi.
Nonostante l’arrabbiatura però sono molto felice di aver finito gli esami del secondo anno con due sessioni di anticipo.
Inoltre è iniziato il mio terzo ed ultimo (?) anno di università. Con tutti i suoi pro e contro. Mi piacciono molto le materie nuove, soprattutto quelle pediatriche e sull’emergenza-urgenza, ma come sempre non avremo un minuto di tempo libero: dovremo correre (nel vero senso della parola) dalle lezioni al tirocinio, agli esami alla preparazione della tesi, dall’esame di tirocinio all’esame di stato. Il tutto si concluderà con la tanto agognata laurea!
Ecco qui che entra in gioco il terzo fattore di stress. Trovare l’argomento giusto per la mia tesi. Ora sono in quella fase in cui ti vengono in mente millemila idee, ma che amorevolmente scarti una ad una perché, troppo poco mediche, troppo poco infermieristiche, questa no troppo noiosa, e così via, decidendo poi, rassegnata, di attendere l’incontro con le tutor per avere un chiarimento.
L’argomento che ho in mente in questi giorni è quello di preparare un corso di BLS per i bambini di quinta elementare, oppure quinta liceo, perché secondo me è sempre utile conoscere le mosse di base da mettere in atto nel caso si verifichi un’emergenza. Nel caso dei bambini sarebbe un corso incentrato più sul gioco che sull’insegnargli il massaggio cardiaco, mentre per quelli del liceo potrebbe essere una lezione un po’ più scientifica, con magari anche una prova pratica.
Speriamo di non cambiare ancora idea perché questa mi sembra davvero buona.
Per fortuna, oltre alla scuola, sono anche iniziati gli allenamenti di pallacanestro. Almeno ho una valvola di sfogo!
Siamo una squadra di nane. La più alta sono io.. e non sono esattamente una spilungona, arrivo all’1,70m. niente di più. Però siamo simpatiche e facciamo anche molto ridere! Potremmo far concorrenza agli Harlem Globetrotters.
Abbiamo anche le divise azzurre. Stiamo dando mille ottimi motivi alle avversarie per prenderci in giro! Mi immagino già i soprannomi “la squadra delle puffe”, “i puffi sono più alti di loro” cose così insomma.
Ma a noi non importa! Lo facciamo solo per divertirci e direi che ci stiamo riuscendo alla grande!
Ora vi devo abbandonare! Prometto che non vi farò attendere ancora un mese prima di avere altre mie notizie!
Grazie di tutto.

C.

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