sabato 24 agosto 2013

changes do you good.


"I believe in changes".
Cosa significa veramente la parola "cambiamento"? per me rappresenta il cambio di direzione che decidiamo di intraprendere durante la nostra vita, e ne accettiamo le conseguenze, belle o brutte che siano. A volte significa percorrere la strada più difficile, ma che sappiamo essere quella che ci porterà a dei risultati soddisfacenti, nonostante tutto. Nonostante le fatiche.
Io non ho mai apportato grandi cambiamenti nella mia vita anche se - mi sono resa conto troppo tardi di questo - molte volte ne avevo bisogno.
Volevo fare la stilista, mi piaceva da matti disegnare gli abiti e mi sarebbe piaciuto tantissimo anche imparare a cucire, ma non ho percorso questa strada.
Volevo studiare fisica all'università, ma visti i miei precedenti con la matematica ho deciso di lasciar perdere e intraprendere la strada più semplice ed iscrivermi ad ******** (meglio se non lo scrivo), perché senza matematica e con un posto di lavoro sicuro (molto discutibile... entrambi gli elementi!).
Volevo essere una scrittrice, ma tutti mi dicevano che non ero brava, i miei temi a scuola non erano degni di voti più alti di un misero sei e mezzo (escluso quello dell'esame di maturità); quindi le circostanze mi hanno fatto abbandonare anche questo sogno.
Adesso, all'alba dei miei 21 anni, ho capito che l'********* non è quello che voglio fare per il resto della mia vita; si mi porterà tante gioie, riuscire ad aiutare le persone è una cosa meravigliosa, ma avrei potuto farlo anche se fossi stata una stilista, un fisico o anche una scrittrice.
Una persona molto cara un giorno mi ha detto "per farsi conoscere bisogna essere unici": dimmi caro amico... come faccio a farmi conoscere dal mondo se la strada che sto percorrendo non mi da occasioni per essere unica nel mio genere? a questo non sai rispondere vero, amico mio?
Cambiamento. Qualcuno potrebbe dirmi "ma se l'infermiera non è quello che vuoi fare allora perché non cambiare?" Perché farlo vorrebbe dire distruggere tutto quello che i miei genitori mi hanno costruito, che mi hanno permesso di raggiungere utilizzando i loro soldi e le loro energie; l'ultima cosa che voglio fare è deluderli.
Credo nel cambiamento, ma non nel mio. Io sono destinata a questo, che sia purtroppo o per fortuna non lo so ancora.
Ma se devo essere infermiera spero di farlo, un giorno, in un posto multietnico, colorato, che sprizza gioia da tutti i pori... un posto come New York. La New York di Carrie Bradshaw.
Dove lei è riuscita a ridisegnare il proprio destino, cucendolo su misura per lei, e non come voleva suo padre.
Lo so che è un paragone stupido, ma rappresenta il mio ideale di cambiamento, quello che non riuscirò mai a mettere in atto, almeno che non mi arrivi una spinta dall'esterno, come lo è stata Larissa per Carrie.
In attesa di questo piccolo aiutino, la vostra Carrie Bradshaw italiana vi lascia a questo post insulso e senza senso e riprende a studiare, perché va bene sognare ad occhi aperti, ma ogni tanto bisogna ritornare con i piedi per terra e ricordarsi dell'imminente esame!
Alla prossima
C.

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