giovedì 25 settembre 2014

Le Letture di Cerrie #25 Noi siamo grandi come la vita di Ava Dellaira

Buongiorno a tutti ragazzi! 
Qualche giorno fa ho terminato la lettura di questo romanzo che mi è piaciuto molto! Se non l'avete ancora fatto vi consiglio di leggerlo perché è davvero bello.
TRAMA
Tutto inizia con un compito assegnato nei primi giorni di scuola: "Scrivi una lettera a una persona che non c'è più". E così Laurel scrive a Kurt Cobain, che May, la sua sorella maggiore, amava tantissimo. E che se n'è andato troppo presto, proprio come May. Per Laurel, la sorella era un mito: bella, perfetta, inarrivabile. Era il sole intorno a cui ruotava tutto, specie da quando i genitori si erano separati. Perderla è stato indescrivibile, qualcosa di cui Laurel non vuole parlare. Sulla carta, invece, Laurel si lascia finalmente andare. E dopo quella prima lettera, che non consegnerà all'insegnante, continua a scriverne altre, indirizzandole a Amy Winehouse, Heath Ledger, Janis Joplin e altri idoli della sorella scomparsa. Soltanto a loro riesce a confidare cosa vuol dire avere quindici anni e sentire di avere perso una parte di sé, senza nemmeno potersi aggrappare alla famiglia perché è andata in mille pezzi. Soltanto a loro può confessare la paura e la voglia di avventurarsi in quel mondo nuovo che è la scuola, la magia di incontrare amiche che ti fanno sentire normale e speciale al tempo stesso. Finché, come un viaggio dentro di sé, quelle lettere porteranno Laurel al cuore di una verità che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Qualcosa che riguarda lei e May. Qualcosa che va detto a voce alta: solo così Laurel potrà superare quello che è stato, imparare ad amarsi e trovare il coraggio di andare avanti. Perché la vita è lì, davanti a lei, con tutte le sue infinite strade possibili. E, per quanto possa fare paura, non c’è emozione più grande di sentire il suo battito.
RECENSIONE
Non avevo intenzione di leggere questo libro in questo periodo. Ma la lettura di Brutti mi stava davvero annoiando e, in tempi di esami, avevo bisogno di qualcosa di leggero e frizzante che mi distraesse dallo studio, e non qualcosa dalla noia paragonabile a quella dei libri di scuola.
Quindi l’ho tolto dalla mia mensola e ho iniziato a leggerlo. Iniziato venerdì sera. Terminato domenica pomeriggio. Non è un tempo record. Ma ha lo stesso numero di pagine del romanzo di Westerfeld e con quello sono arrivata ora a pagina 200.
Questo vi può far capire la noia.
Comunque non so qui, seduta sul divano, per parlarvi di Brutti, ci sarà tempo anche per quello.
Partiamo subito da Laurel. È una ragazza che frequenta la prima superiore. La professoressa di inglese assegna come compito quello di scrivere una lettera ad un personaggio famoso che ormai non c’è più e lei decide di indirizzare la sua a Kurt Cobain. Questa lettera non verrà mai consegnata alla professoressa, anzi sarà il pretesto per iniziare una corrispondenza fantasma con personaggi noti. Laurel trova in queste lettere una valvola di sfogo. Un modo per essere se stessa.
Nelle sue lettere parla sempre, dico sempre, della sorella, May, che è morta appena un anno fa.
Era il collante che teneva insieme la sua famiglia: infatti, dopo la sua morte, i genitori si sono separati, la madre si è trasferita in California e lei è rimasta con suo padre.
Con la sua mamma, Laurel non ha un bel rapporto, si sentono solo per telefono e per di più non si scambiano più di qualche battuta.
Durante i primi giorni di liceo, Laurel incontrerà due ragazze. Hannah e Natalie che la accoglieranno nel loro gruppo. Con loro si divertirà, farà cose che non aveva mai fatto.
Tuttavia, i suoi pensieri sono sempre rivolti alla sorella. Non c’è lettera in cui lei non dica che cosa avrebbe fatto May, come si sarebbe vestita, come avrebbe risposto. È come se non se ne fosse mai andata. È una presenza magica, ultraterrena, che accompagna Laurel in tutto quello che fa.
Laurel vedeva sua sorella come una ragazza perfetta da emulare. Purtroppo però, durante la sua vita, aveva preso parecchie scelte sbagliate, che l’hanno poi condotta a compiere un gesto davvero estremo.
Durante i primi giorni di liceo, incontrerà anche un ragazzo, Sky, molto tenebroso e dal passato incerto. Infatti si dice che sia stato espulso dalla sua vecchia scuola, ma non si sa per quale motivo. Ce lo rivelerà proprio lui, andando avanti con la storia.
Comunque potete immaginare come finirà tra questi due. Sky la invita a fare un giro in macchina. Si piacciono. Escono insieme. Laurel però non riesce ad essere se stessa per colpa della morte di sua sorella, crede infatti di essere la colpevole. Quindi lui decide di lasciarla nonostante la ami, ma non può continuare a trascorrere del tempo con lei se la maggior parte delle volte si perde nei suoi pensieri.
Ecco. Diciamo che May condiziona la vita di Laurel. Le due ragazze erano davvero legate, facevano davvero tutto insieme. E adesso Laurel si ritrova a dover vivere senza la sua metà. Non riesce nemmeno a parlarne. Non ha rivelato a nessuno che sua sorella è morta. Solo alla fine riuscirà ad aprirsi con i suoi amici.
Questo libro è pervaso di una malinconia abbastanza stucchevole. All’inizio mi piaceva. Poi però ha iniziato ad essere un po’ pesante e da diabete. Forse è solo un problema mio.
Mi sono piaciute molto le parti in cui Laurel descrive lei e sua sorella da piccole.
Erano delle fate. Solo May però poteva volare perché era la primogenita. Ma non poteva farsi vedere altrimenti le si sarebbero rotte le ali. E Laurel crede ancora che sua sorella sia una fata. È solo volata via.
In questi flashback, scopriamo anche alcuni dei motivi che hanno portato May a compiere quel gesto. Però non voglio rivelarvi troppo. Questo libro è da leggere, che vi piaccia o meno il genere. Anche io solitamente non leggo libri di questo tipo, ma questo mi è piaciuto davvero molto.
Per certi versi Laurel mi ha ricordato molto Abby di Uno Splendido Disastro. Abby però non aveva motivi per nascondere il suo passato a Travis. Questo è un libro profondo che trasmette tristezza. Una tristezza che condividiamo con la protagonista. Quello della McGuire è un modo per farsi una risata e risollevare il morale quando siamo tristi.   
La protagonista, nel corso del libro, ha una sua crescita interiore. Se all’inizio non riusciva a staccarsi dai fogli. Aveva un disperato bisogno di scrivere quello che pensava, perché solo così riusciva a liberarsi, in parte, del fardello che portava sulle spalle. Alla fine capisce che non è necessario nascondersi dietro fogli e penne. I suoi amici riusciranno a fare i conti con il suo passato. Riusciranno ad accettarla e a farle capire che May non è morta per colpa sua. Condivideranno con lei quel peso che ha rischiato di schiacciarla parecchie volte. Solo così potrà smettere di scrivere queste lettere. Solo così saprà vivere senza la costante presenza della sorella. Ci sarà sempre un velo di tristezza nella sua voce quando parla di lei, ma non sarà più una tristezza dettata dal senso di colpa.
Alla fine del romanzo, la protagonista consegnerà alla professoressa di inglese il quaderno in cui ha scritto tutte le sue lettere. Un piccolo segno di come Laurel abbia saputo far fronte alla perdita, sia riuscita a crescere e ad abbandonare la sua ancora di salvezza che la costringeva ad isolarsi dal resto del mondo, ricevendo in cambio però, l’amore di persone che le staranno vicine sempre, non importa quello che accadrà.

★★★★½
- Exceeds Expectations

Ho deciso di assegnargli quattro stelline e mezzo. È un bellissimo romanzo, non tanto nelle mie corde, ma nonostante questo ho saputo apprezzarlo davvero.
Mi sono immedesimata nella protagonista e ho pensato a come avrei reagito io alla perdita di mia sorella. Come avrei fatto a superare la sua morte? Sarei riuscita a continuare a vivere senza di lei?
Adesso non saprei dare una risposta. Purtroppo sono figlia unica e fatico a comprendere il legame che univa May e Laurel. Ma immagino che ciò che le legava era più di semplice amore. Era qualcosa di potente che neanche la morte è riuscita spezzare. 
E anche questa recensione è finita!
Alla prossima,
con affetto,
C.

7 commenti:

  1. Mi piacerebbe leggerlo prima o poi, anche se non è proprio uno dei libri che mi ispira di più in questo momento, però se mi dici che la protagonista ti ha ricordato Abby... >_< Ho odiato profondamente quella tizia!! Mi sa che aspetterò un po' ^-^

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    1. Ma no mi ha ricordato Abby solo per il fatto che entrambe nascondevano parte del loro passato.. Ma Laurel aveva un buon motivo per farlo!

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  2. Bellissima recensione ^_^ mi hai invogliato a inserirlo nella mia WL

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  3. Sarò felice di essere la tua consigliera di letture!

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