Ciao malandrini!
Non vi aspettavate di leggere qualcosa di nuovo così presto,
vero? Sorpresa sorpresa!! Ieri ho sostenuto un esame in università, quindi oggi
un po’ di relax è più che dovuto; anche se alla fine ho studiato qualcosa lo
stesso, dato che il 10 ho un altro esame e poi il 14 ancora uno! Ok, non voglio
tediarvi con la mia programmazione degli studi… volevo raccontarvi di quello
che ci è successo ieri in sede di esame: dico “ci” perché quell’incresciosa
situazione ha coinvolto tutti i miei compagni di corso.
Sto parlando dell’esame integrato di infermieristica clinica
salute mentale e della comunità (notare l’elevatissima conoscenza della
grammatica dei nostri professori): fino a una settimana fa sapevamo solamente
che si trattava di un esame scritto a crocette, ma solo per il primo appello:
in quelli successivi si sarebbe dovuto sostenere un’orale delle tre materie,
psichiatria, infermieristica in psichiatria e infermieristica di comunità.
Fin qui niente di strano, certo non ci sembrava giusto
utilizzare due metri diversi per sondare le conoscenze di noi studenti, ma una
situazione simile si era già presentata per un esame del secondo anno, quindi
non ci siamo opposti più di tanto. Ovviamente la maggior parte delle persone si
era iscritta al primo appello, nella speranza di passarlo e di non dover
sostenere poi l’orale.
Arriviamo alla settimana prima degli esami, ancora alle
prese con il tirocinio; i nostri docenti si sono finalmente degnati di farci
avere questo maledetto dapd, un documento in cui sono spiegati tutti i
programmi di tutte le materie di tutti e tre gli anni con le relative modalità
di esame.
Allora decido di andare a leggere il programma dell’esame
che avrei dovuto sostenere a breve, ed è in quel momento che trovo una piacevole
sorpresa: le domande della prova sarebbero state 30, ma con più di una risposta
giusta, per un totale di 60 risposte esatte. E come se non bastasse, ad ogni
risposta errata venivano tolti 0,2 punti. Alla faccia della correttezza: queste
cose non si possono scoprire qualche giorno prima che inizi la sessione.
Ovviamente eravamo tutti molto arrabbiati, tant’è che
avevamo trovato una scappatoia per “fregare” i nostri professori, ossia per
ogni domanda segnare tutte e quattro le proposte come risposte esatte, cosi da ottenere il
massimo dei punti per aver azzeccato
tutte le risposte giuste, ma togliendo i punti di quelle errate: il voto finale
sarebbe stato comunque un bel 24, prospettiva più florida del misero 22 che mi
è capitato tra le mani, ma di cui vado fiera vista la difficoltà delle domande.
Giunti in sede d’esame, ieri mattina, i professori han
dichiarato che si potevano segnare un massimo di tre risposte per domanda, fino
ad arrivare a 60; ecco che la nostra idea va in frantumi.
I voti che sono stati assegnati non sono stati per niente
alti, e nemmeno lo specchio della preparazione delle persone: lo psichiatra che
mette domande sui farmaci ci sta, ma non mi puoi chiedere quando sospendere la
terapia, perché non è mia competenza. Ad un’orale avrei sicuramente risposto che sul profilo professionale e nel codice deontologico non viene detto che è
compito dell’infermiere anche quello di stabilire quando una terapia può essere
interrotta; ed è vero. È dal primo anno che ci inculcano l’idea che quello che
c’è scritto in quei due documenti è veramente legge per noi. Svolgiamo le
mansioni che sono di nostra competenza, non di quella medica; potrebbe
succedere solo quando uno di loro si offrirà volontario per effettuare l’igiene
ad un paziente che purtroppo è affetto da clostridium difficile (dio solo sa
quanto feci sono in grado di produrre questi pazienti ;) ).
Per non parlare delle domande di infermieristica di
comunità, per le quali le risposte proposte potevano benissimo andare bene
tutte.
Al momento della registrazione del voto sento un medico dire
che il test era effettivamente difficile e che l’orale sicuramente sarà più
facile: beh grazie per l’informazione, la prossima volta però avvertiteci
prima, che uno magari ci pensa due volte prima di rischiare di non passare un
esame così e di doverselo portar dietro fino ad aprile!
A quanto pare io ho il radar per gli esami difficili: è
sempre stato così da quando mi sono iscritta a questo corso. Mai una volta che
io sia stata fortunata, mai una volta che abbia avuto accanto qualcuno con cui
potermi confrontare (questo perché giustamente le mie amiche hanno tutte i
cognomi che iniziano per S o R.. io invece l’unica scema che si trova tra le C…).
Certo è bello poter dire di aver fatto tutto da sola con la propria testa, con
nient’altro che le proprie conoscenze, però ogni tanto confrontarsi con il
compagno è comodo, anche solo per le risposte di cui non sei sicura.
E con questo non voglio dire che copiare sia giusto: io
stessa lo ritengo una cosa spregevole, infatti evito sempre di far copiare le
mie risposte agli altri, anche se c’è una ragazza che ci riesce sempre e passa
sempre tutti gli esami. Alla fine è
sempre meglio fare di testa propria e se proprio non ce la si fa, le uniche persone
da incolpare siamo noi stessi, non gli altri.
A me roderebbe parecchio sapere di non aver passato un esame
perché ho copiato dalla persona sbagliata e magari, se avessi fatto di testa
mia, sarei stata tranquillamente promossa, no?
E ora sono ad un esame in meno che mi separa dal traguardo
tanto agognato.
Ne mancano ancora sette, come i libri della saga di Harry,
come gli anni di scuola ad Hogwarts, come i fratelli Weasley… potrei andare
avanti ma mia nonna mi aspetta per il pranzo, in più devo passare in
pasticceria perché, non so se lo sapete, ma oggi è il mio onomastico!! Grazie alla
mia adorata nonnina che ogni anno me lo ricorda!
Il mio nome deriva dal dio della Guerra, anche se io di
guerriero non ho niente, né il coraggio, né l’audacia! Tuttavia a volte sarebbe
comodo, essere la figlia di Marte!
Ora vi saluto che devo scappare! A prestissimo!
Con affetto, C.
Nessun commento:
Posta un commento