giovedì 30 gennaio 2014

1 down, 7 to go!

Ciao malandrini!
Non vi aspettavate di leggere qualcosa di nuovo così presto, vero? Sorpresa sorpresa!! Ieri ho sostenuto un esame in università, quindi oggi un po’ di relax è più che dovuto; anche se alla fine ho studiato qualcosa lo stesso, dato che il 10 ho un altro esame e poi il 14 ancora uno! Ok, non voglio tediarvi con la mia programmazione degli studi… volevo raccontarvi di quello che ci è successo ieri in sede di esame: dico “ci” perché quell’incresciosa situazione ha coinvolto tutti i miei compagni di corso.
Sto parlando dell’esame integrato di infermieristica clinica salute mentale e della comunità (notare l’elevatissima conoscenza della grammatica dei nostri professori): fino a una settimana fa sapevamo solamente che si trattava di un esame scritto a crocette, ma solo per il primo appello: in quelli successivi si sarebbe dovuto sostenere un’orale delle tre materie, psichiatria, infermieristica in psichiatria e infermieristica di comunità.
Fin qui niente di strano, certo non ci sembrava giusto utilizzare due metri diversi per sondare le conoscenze di noi studenti, ma una situazione simile si era già presentata per un esame del secondo anno, quindi non ci siamo opposti più di tanto. Ovviamente la maggior parte delle persone si era iscritta al primo appello, nella speranza di passarlo e di non dover sostenere poi l’orale.
Arriviamo alla settimana prima degli esami, ancora alle prese con il tirocinio; i nostri docenti si sono finalmente degnati di farci avere questo maledetto dapd, un documento in cui sono spiegati tutti i programmi di tutte le materie di tutti e tre gli anni con le relative modalità di esame.
Allora decido di andare a leggere il programma dell’esame che avrei dovuto sostenere a breve, ed è in quel momento che trovo una piacevole sorpresa: le domande della prova sarebbero state 30, ma con più di una risposta giusta, per un totale di 60 risposte esatte. E come se non bastasse, ad ogni risposta errata venivano tolti 0,2 punti. Alla faccia della correttezza: queste cose non si possono scoprire qualche giorno prima che inizi la sessione.
Ovviamente eravamo tutti molto arrabbiati, tant’è che avevamo trovato una scappatoia per “fregare” i nostri professori, ossia per ogni domanda segnare tutte e quattro le proposte come risposte esatte, cosi da ottenere il massimo dei punti  per aver azzeccato tutte le risposte giuste, ma togliendo i punti di quelle errate: il voto finale sarebbe stato comunque un bel 24, prospettiva più florida del misero 22 che mi è capitato tra le mani, ma di cui vado fiera vista la difficoltà delle domande.
Giunti in sede d’esame, ieri mattina, i professori han dichiarato che si potevano segnare un massimo di tre risposte per domanda, fino ad arrivare a 60; ecco che la nostra idea va in frantumi.
I voti che sono stati assegnati non sono stati per niente alti, e nemmeno lo specchio della preparazione delle persone: lo psichiatra che mette domande sui farmaci ci sta, ma non mi puoi chiedere quando sospendere la terapia, perché non è mia competenza. Ad un’orale avrei sicuramente risposto che sul profilo professionale e nel codice deontologico non viene detto che è compito dell’infermiere anche quello di stabilire quando una terapia può essere interrotta; ed è vero. È dal primo anno che ci inculcano l’idea che quello che c’è scritto in quei due documenti è veramente legge per noi. Svolgiamo le mansioni che sono di nostra competenza, non di quella medica; potrebbe succedere solo quando uno di loro si offrirà volontario per effettuare l’igiene ad un paziente che purtroppo è affetto da clostridium difficile (dio solo sa quanto feci sono in grado di produrre questi pazienti ;) ).
Per non parlare delle domande di infermieristica di comunità, per le quali le risposte proposte potevano benissimo andare bene tutte.
Al momento della registrazione del voto sento un medico dire che il test era effettivamente difficile e che l’orale sicuramente sarà più facile: beh grazie per l’informazione, la prossima volta però avvertiteci prima, che uno magari ci pensa due volte prima di rischiare di non passare un esame così e di doverselo portar dietro fino ad aprile!
A quanto pare io ho il radar per gli esami difficili: è sempre stato così da quando mi sono iscritta a questo corso. Mai una volta che io sia stata fortunata, mai una volta che abbia avuto accanto qualcuno con cui potermi confrontare (questo perché giustamente le mie amiche hanno tutte i cognomi che iniziano per S o R.. io invece l’unica scema che si trova tra le C…). Certo è bello poter dire di aver fatto tutto da sola con la propria testa, con nient’altro che le proprie conoscenze, però ogni tanto confrontarsi con il compagno è comodo, anche solo per le risposte di cui non sei sicura.
E con questo non voglio dire che copiare sia giusto: io stessa lo ritengo una cosa spregevole, infatti evito sempre di far copiare le mie risposte agli altri, anche se c’è una ragazza che ci riesce sempre e passa sempre tutti gli esami. Alla fine è sempre meglio fare di testa propria e se proprio non ce la si fa, le uniche persone da incolpare siamo noi stessi, non gli altri.
A me roderebbe parecchio sapere di non aver passato un esame perché ho copiato dalla persona sbagliata e magari, se avessi fatto di testa mia, sarei stata tranquillamente promossa, no?
E ora sono ad un esame in meno che mi separa dal traguardo tanto agognato.
Ne mancano ancora sette, come i libri della saga di Harry, come gli anni di scuola ad Hogwarts, come i fratelli Weasley… potrei andare avanti ma mia nonna mi aspetta per il pranzo, in più devo passare in pasticceria perché, non so se lo sapete, ma oggi è il mio onomastico!! Grazie alla mia adorata nonnina che ogni anno me lo ricorda!
Il mio nome deriva dal dio della Guerra, anche se io di guerriero non ho niente, né il coraggio, né l’audacia! Tuttavia a volte sarebbe comodo, essere la figlia di Marte!
Ora vi saluto che devo scappare! A prestissimo!
Con affetto, C.

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